Strage Paderno Dugnano, Riccardo ha ucciso genitori e fratellino con 108 coltellate: la perizia cambia tutto
Dalla perizia è emersa una parziale incapacità di intendere e di volere del 18enne autore della strage Paderno Dugnano: atteso lo sconto della pena
La perizia psichiatrica ha ritenuto parzialmente incapace di intendere e volere Riccardo Chiaroni, il 18enne che ha ucciso padre, madre e fratello piccolo con 108 coltellate nella villetta di famiglia di Paderno Dugnano, nel Milanese. La relazione, insieme alla consulenza difensiva che ha stabilito un’incapacità totale, sarà discussa nel processo abbreviato sulla strage.
La strage di Paderno Dugnano
La strage di Paderno Dugnano si è consumata nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre del 2024, quando l’allora 17enne ha massacrato a coltellate padre, madre e il fratello di 12 anni, dopo la festa di compleanno del papà.
Per Riccardo Chiaroni i pm per i minori hanno ottenuto il giudizio immediato, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, anche dalla premeditazione.
La perizia psichiatrica
In seguito alle indagini della procura dei minori e dei carabinieri e su richiesta della difesa, la gip aveva affidato allo specialista in psichiatria e in criminologia clinica, Franco Martelli, l’incarico di effettuare l’accertamento probatorio sul 18enne, detenuto nel carcere minorile di Firenze.
Come riferito da Ansa, dalla perizia è emerso il profilo di un ragazzo con una capacità di intendere e di volere ridotte, che, con l’intenzione di rifugiarsi nel suo mondo dell’immortalità tra realtà e fantasia, era convinto nella sua mente di doversi liberare di tutti gli affetti.

I funerali della famiglia uccisa nella strage di Paderno Dugnano
Con i pm, Riccardo Chiaroni aveva parlato di un “malessere” che durava da tempo, ma acuito durante l’estate, che lo avrebbe fatto sentire “estraneo” rispetto al mondo. Nelle relazioni degli psicologici è stato riportato il “clima relazionale percepito come critico e competitivo” dall’omicida reo confesso.
“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva affermato agli inquirenti, “volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero“.
Il consulente nominato dalla difesa, Marco Mollica, ha concluso nel suo elaborato che questa condizione sia relativa a un vizio totale di mente.
L’imputazione
Entrambe le relazioni saranno valutate nel processo abbreviato, atteso per aprile, e potrebbero portare a una riduzione della pena.
Dall’imputazione della procura dei minori è emerso anche il numero di oltre cento coltellate inflitte dall’autore della strage, la maggior parte contro il fratello minore, molto più alto rispetto a quanto risultato dalle prime autopsie.
“Pur non entrando nel merito delle relazioni, che sarà valutato nelle opportune sedi, è stato accertato che il malessere di cui parlava Riccardo ha trovato conferma nella perizia e nella consulenza” ha dichiarato l’avvocato Amedeo Rizza, legale dell’imputato.
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