Strage di Erba, l'ex comandante Gallorini rompe il silenzio: "Frigerio mai indotto a fare il nome di Olindo"
L'ex comandante dei carabinieri Luciano Gallorini rompe il silenzio sulle accuse di aver indotto Mario Frigerio a fare il nome di Olindo Romano
Per la prima volta l’ex comandante dei carabinieri Luciano Gallorini rompe il silenzio sulla strage di Erba. La sua testimonianza si rivela necessaria dopo le tesi della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, secondo le quali il super testimone Mario Frigerio sarebbe stato indotto a fare il nome del netturbino accusato e condannato assieme alla moglie. Il 20 dicembre 2006 Gallorini entrò nella stanza dell’ospedale in cui Frigerio era ricoverato per ascoltare l’unico sopravvissuto alla strage.
Gallorini è ritornato sulla vicenda per la prima volta di fronte alle telecamere di ‘Quarto Grado’ e ha esposto la sua versione dei fatti. A Frigerio, l’ex comandante della stazione di Erba aveva chiesto: “Lei conosce il signor Olindo?”. L’inviata chiede a Gallorini il motivo di quella domanda: “Uno degli interessi era se conoscesse i suoi vicini di casa, e Frigerio disse che lo conosceva”. Verso la fine del colloquio, tuttavia, Frigerio aveva chiesto a Gallorini il motivo per cui gli avesse chiesto del vicino.
Gallorini gli aveva risposto: “Per capire se lo potesse riconoscere”. A ‘Quarto Grado’ l’ex comandante dei carabinieri aggiunge: “Piangendo, disse che il suo assassino poteva essere Olindo Romano”. “Lei sta dicendo che poteva essere l’Olindo o non poteva essere l’Olindo?”, gli aveva chiesto Gallorini, e Frigerio aveva risposto: “No no, poteva essere l’Olindo“.
“Le contestano che lei lo avrebbe portato al nome di Olindo”, sottolinea l’inviata, e Gallorini si difende: “Ma no, che motivo avremmo avuto?”.