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Strage annunciata a Licata: liti note a tutti, l'ultima per un parcheggio. Armi anche in casa delle vittime

Continuano le indagini sulla sanguinosa vicenda familiare in cui sono stati uccisi padre, madre e i due figli di 15 e 11 anni dallo zio di questi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una tragedia annunciata. È così che viene percepita da parenti e conoscenti la strage di Licata, in provincia di Agrigento, dove, poco dopo le 6 e mezza del mattino del 26 gennaio, Angelo Tardino, 48 anni, ha ucciso il  fratello Diego, 44 anni. Poi ha cercato stanza per stanza, per ucciderli, riuscendoci, la cognata Alexandra Ballacchino e i loro figli Alessia, 15 anni, e Vincenzo, 11 anni. Armato di tre pistole, due rivoltelle e una calibro 9, aveva deciso di uccidere i familiari dopo le continue liti sulla gestione di centinaia di ettari di terreno, ricevuti in eredità dal padre, dove venivano coltivati carciofi, zucchine e pomodori.

Dopo aver commesso la sanguinosa strage, l’assassino ha chiamato la moglie, raccontandole quanto accaduto e chiedendole cosa fare, ricevendo come consiglio quello di costituirsi. Ma all’arrivo dei militari dell’Arma, l’uomo si è puntato una pistola alla testa, aprendo il fuoco, ancora, per morire poche ore più tardi all’ospedale di Caltanissetta.

La Procura di Agrigento ha disposto l’autopsia sulle quattro vittime della strage di contrada Safarello di Licata. Gli esami autoptici dovrebbero essere effettuati già nella giornata del 27 gennaio.

I Carabinieri hanno accertato che anche il padre di famiglia ucciso aveva una pistola regolarmente detenuta, anche se l’arma è rimasta all’interno della cassaforte della sua abitazione, dove è stata trovata dopo che i Vigili del Fuoco sono intervenuti insieme a un farro per aprirla. In casa era presente anche un fucile d’epoca.

Il litigio tra i fratelli di Licata prima della strage per un parcheggio e un pozzo

A Licata non si parla altro dei litigi tra i due fratelli. Le frizioni andavano avanti da parecchio tempo, da quando abitavano nello stesso palazzo e quotidianamente discutevano per la gestione delle serre. Alexandra, la cognata del killer, aveva così deciso di trasferirsi in campagna, per vivere più serenemente con la sua famiglia.

L’ultimo scontro tra Angelo Tardino e il fratello Diego era avvenuto il giorno prima della strage, ancora per motivi futili. Prima per l’acqua di un pozzo, poi per il posteggio dei furgoni.

I liti tra i fratelli di Licata a causa dei terreni ricevuti in eredità dal padre

E se tutti conoscevano le liti tra i due, perché nessuno aveva fatto nulla? Il killer è descritto ancora oggi come una persona normale e un padre presente. “Nessuno nessuno mai poteva sospettare una perdita completa del controllo dei propri istinti“, ha dichiarato il sindaco della cittadina a Repubblica, nonostante i tanti episodi di violenza.

Il 48enne era ossessionato da quei terreni e dalle serre. Una volta morto il padre, unico mediatore tra i fratelli, l’atmosfera aveva iniziato a farsi rovente. Ed erano iniziati gli screzi per l’eredità, che pure era stata divisa equamente.

Strage annunciata a Licata: liti note a tutti, l'ultima per un parcheggio. Armi anche in casa delle vittimeFonte foto: ANSA
Carabinieri sul luogo del delitto a Licata.

Strage di Licata annunciata? Nessuno aveva mai sporto denuncia contro lo zio

Alessia Tardino aveva raccontato agli amici degli screzi tra lo zio e il padre. Durante l’ultimo compito in classe su Giovanni Pascoli, aveva scelto una poesia sulla distruzione del nido familiare. Oggi il suo liceo classico vive un lutto di difficile comprensione, ma sono in tanti a essere convinti che quella violenza potesse essere evitata. Anche nella scuola media di Vincenzo si respira la stessa aria.

Si piange per due ragazzi strappati alla vita troppo in fretta dalla violenza dello zio. E sempre protetti dalla madre che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, cercava sempre di minimizzare. “Lo zio grida, ma poi gli passa”, spiegava ai figli. Etichettando il cognato come un pazzo innocuo. E senza mai sporgere denuncia contro l’uomo, poi diventato il suo killer.

licata Fonte foto: ANSA
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