Storia delle primarie Pd da Veltroni e Letta a Bonaccini e Schlein: chi ha vinto e come è cambiato il partito
La storia delle primarie del Partito Democratico dalla fondazione nel 2007 ad oggi: dal primo segretario Valter Veltroni alla sfida Bonaccini-Schlein
Domenica 26 febbraio si terranno le primare Pd 2023, le elezioni per scegliere il nuovo segretario del principale partito del centrosinistra italiano. A sfidarsi saranno il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la deputata Elly Schlein, ex vice proprio del suo sfidante. Una tradizione, quella delle primarie, nata con la fondazione stessa del Partito Democratico nel 2007. Vediamo quindi la storia delle primarie Pd e come è cambiato il partito negli anni.
- La storia delle primarie Pd: nel 2007 la prima edizione
- Primarie 2009, vince Bersani
- Primarie 2013, inizia l'era Renzi
- Primarie 2017, Renzi confermato segretario
- Primarie 2019, vince Zingaretti
La storia delle primarie Pd: nel 2007 la prima edizione
Il Partito Democratico viene fondato nel 2007 dalla fusione tra Ds e Margherita. Sul scia del successo delle primarie che avevano scelto Romano Prodi come candidato premier della coalizione di centrosinistra che vinse le elezioni del 2006, viene adottata questa strada per scegliere la guida del nuovo partito.
Tutti gli italiani interessati vengono invitati a votare per scegliere il segretario nazionale e costituire l’assemblea costituente del Pd. Il 14 ottobre 2007 vanno a votare più di tre milioni e mezzo di persone.
È un plebiscito per il sindaco di Roma Walter Veltroni, che ottiene il 75,82% dei voti. Staccatissimi gli sfidanti, Rosy Bindi (12,93%) ed Enrico Letta (11,02%).
Primarie 2009, vince Bersani
Il governo Prodi però cade anzitempo, nel 2008 si torna a votare e vince il centrodestra di Silvio Berlusconi. Dopo la sconfitta elettorale Walter Veltroni si dimette da segretario del Pd, gli succede Dario Franceschini. È il 2009 ed è di nuovo tempo di primarie per i Dem.
Il 25 ottobre 2009 vanno a votare oltre tre milioni di persone, che scelgono Pierluigi Bersani, ex ministro nel governo Prodi, quale nuovo segretario (53,23%). Bersani batte il segretario uscente, Dario Franceschini (34,27%) e Ignazio Marino (12,5%).
Primarie 2013, inizia l’era Renzi
Con la crisi economica arrivano le dimissioni di Berlusconi e l’austerity con il governo tecnico del premier Mario Monti. Quindi le elezioni del 2013 che portano ad uno scenario inedito: nessuna coalizione ha i numeri per formare il governo. Nasce il primo esecutivo di grande coalizione con a capo Enrico Letta.
Nello stallo post voto arrivano le dimissioni da segretario Pd di Bersani, che lascia dopo i 101 franchi tiratori che portano alla mancata elezione di Romano Prodi a presidente della Repubblica e alla rielezione di Napolitano.
A Bersani succede, per pochi mesi, Guglielmo Epifani. L’8 dicembre si tengono di nuovo le primarie, che vedono la netta affermazione del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ottiene il 67,55% dei voti. Dietro di lui Gianni Cuperlo (18,21%) e Giuseppe Civati (14,24%). Per la prima volta votano meno di tre milioni di persone.
Primarie 2017, Renzi confermato segretario
Nel 2014 il neo segretario Pd Matteo Renzi fa cadere il governo Letta e diventa presidente del Consiglio. Nel 2017 è di nuovo tempo di primarie nel Pd: dopo la sconfitta al referendum costituzionale del dicembre 2016 Renzi si dimette dal governo e da segretario Pd.
Il 30 aprile si svolgono di nuovo le primarie Pd, che vedono la riconferma di Matteo Renzi alla guida del partito. Il segretario uscente ottiene il 69,17% dei voti, davanti ad Andrea Orlando (19,96%) e Michele Emiliano (10,87%).
Preoccupa però il calo dell’affluenza, quasi un milione di votanti in meno rispetto a quattro anni prima.
Primarie 2019, vince Zingaretti
Le elezioni politiche del 2018 fanno registrare l’exploit del Movimento Cinque Stelle e la pesante sconfitta del Pd e del centrosinistra. Renzi lascia la segreteria del partito, sostituito come reggente da Maurizio Martina.
Dopo la fase congressuale, il 3 marzo 2019 si svolgono le primarie, a poco più di due anni dalle ultime. Arriva la netta affermazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ottiene il 66%, davanti a Maurizio Martina (22%) e Roberto Giachetti (12%). Continua l’emorragia di votanti, poco sopra il milione e mezzo.