Stop a biciclette e monopattini elettrici a Mestre: “usati dagli spacciatori per i loro traffici”
A Mestre un’ordinanza sindacale ha limitato l'uso di monopattini e bici elettriche in alcune aree del centro, con l’intento di contrastare gli spacciatori
Uso di monopattini elettrici e bici a pedalata assistita limitato in alcune aree del centro di Mestre per prevenire e contrastare episodi di spaccio di stupefacenti. È quanto stabilito da un’ordinanza del sindaco Luigi Brugnaro, che per tre mesi utilizzerà questa insolita arma nella lotta allo spaccio e alla microcriminalità.
Stop a bici e monopattini elettrici
Niente monopattini elettrici e bici a pedalata assistita per 90 giorni nel Rione Piave, zona centrale di Mestre, località che fa parte del comune di Venezia.
Il sindaco Luigi Brugnaro ha deciso di ricorrere a questa misura alquanto insolita per rendere la vita un po’ più difficile a tutti quei soggetti, in larga parte stranieri, che tra spaccio e atti di microcriminalità hanno trovato nei mezzi per la mobilità green cittadina un alleato nelle fughe.
L’area del comune di Venezia nella quale si trova Mestre, dove sono stati “banditi” monopattini elettrici e biciclette a pedalata assistita
Così, per i prossimi 90 giorni, in diverse aree del centro l’utilizzo di questi mezzi sarà proibito a molte persone. Nella speranza di assestare un colpo allo spaccio locale.
Le zone colpite dall’ordinanza
Tra le zone del Rione Piave interessate dall’ordinanza c’è il sottopasso ciclopedonale che congiunge via Dante a via Rizzardi, l’area compresa tra via Rizzardi, Piazzale Giovannacci e via Ulloa a Marghera e il grande quartiere attorno alla stazione. Qui l’utilizzo di monopattini elettrici e biciclette a pedalata assistita sarà interdetto alle persone non residenti nel Comune di Venezia.
Esenti della norma chi utilizza i mezzi per lavoro, studio o attività urgenti, ma sempre all’interno del perimetro comunale. Chi verrà trovato su uno di questi mezzi senza permesso potrebbe essere multato e, soprattutto, vedersi sequestrare il mezzo.
Anche nel caso di monopattini o biciclette in sharing con noleggio telematico, con il mezzo che tornerà comunque al gestore dopo aver segnalato e bannato definitivamente dal sistema l’utente.
Un colpo allo spaccio
Una misura sicuramente anomale, ma probabilmente necessaria dato che, come si può leggere nell’ordinanza, “le costanti attività di osservazione della Polizia locale di Venezia e delle forze di polizia hanno dimostrato come soggetti stabilmente dediti ad attività di spaccio di sostanze stupefacenti, utilizzino il monopattino elettrico come mezzo di trasporto individuale assolutamente prodromico alla realizzazione dei propri piani criminali”.
Piani criminali che si traducono con “prendere contatto e condurre attività di negoziazione con i tossicodipendenti; trasportare sostanze; allontanarsi celermente dal luogo di spaccio”, come se non bastasse con l’ausilio di “marciapiedi, vialetti pedonali, sottopassi, giardini e parchi”.
E tra una giunta che punta a limitare il raggio d’azione di chi delinque, e una popolazione che chiede interventi di prevenzione e investimenti in progetti per combattere la tossicodipendenza, la speranza è che il problema possa quanto meno iniziare a ridursi.