Statua di Putin in Italia, petizione per rimuoverla: scoppia la polemica, c'è chi vuole gettarla nel lago
In un paesino della Toscana sorge una statua di Vladimir Putin: si è creato un dibattuto feroce, qualcuno vuole distruggerla e gettarla nel lago
Il tirare giù la statua è un’immagine tipicamente legata alla guerra. In passato è successo a quelle di diversi dittatori, una volta esautorati. E potrebbe succedere anche a Vladimir Putin, con una sua statua eretta anni fa a Vagli, in provincia di Lucca. Realizzata con il marmo di Carrara è finita al centro di un dibattito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: c’è chi vuole tenerla, chi vuole abbatterla e chi vuole addirittura gettarla nel lago. Ecco cosa è successo.
In Italia c’è una statua di Putin: scontro a Vagli, in Toscana
Vagli di Sotto, in provincia di Lucca, è un piccolo paese in Garfagnana, con le montagne che scendono a picco sull’omonimo lago. Ha già fatto parlare di sé perché, nel ‘Parco dell’Onore e del Disonore‘, sorgono alcune statue di personaggi famosi: da Francesco Schettino (rappresentato con orecchie da coniglio) e Gregorio De Falco, i due volti più noti del naufragio della Costa Concordia, a Donald Trump. Un modo originale per richiamare turisti e far promozione al marmo, essendo quella zona ricca di cave.
Due anni e mezzo fa è stata issata anche la statua di Vladimir Putin, divenuta ‘scomoda’ dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il Partito democratico vuole toglierla, il Comune al massimo vorrebbe spostarla.
Anche perché da Vagli transitano tanti russi: non solo turisti (a Forte dei Marmi, l’anno prima del Covid, se ne sono contati 26 mila), ma anche oligarchi vicini a Putin, che hanno acquistato proprietà come Villa Feltrinelli all’Argentario (attribuita a una società che sarebbe controllata da German Khan), oppure quote della gestione dell’aerostazione civile dell’aeroporto di Grosseto, base militare del 4° Stormo dell’Aeronautica, uno dei reparti schierati in assetto ‘scramble’ per la difesa dello spazio aereo italiano. Una società, che sarebbe riconducibile a Roman Trotsenko, ne detiene il 35%.
La discussa statua di Putin a Vagli Park
Si pensa che lo stesso presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, prima di essere eletto, abbia acquistato una villa per 3,8 milioni di euro, senza dichiararlo: nessuno, però, lo ha mai visto in Versilia. Notizia smentita anche dallo staff, posto che all’epoca Zelensky non aveva nessuna carica pubblica e perciò non era tenuto a descrivere il suo patrimonio.
Invece il maggiore oppositore di Putin, Alexej Navalny, aveva accusato l’ex presidente russo Dmitri Medvedev di aver comprato, nel 2017, la Fattoria Aiola a Vagliagli, a Siena, usando fondi neri ricevuti dagli oligarchi e reinvestiti in una rete di società e di prestanome.
Non solo Putin: a Firenze “rischia” anche la statua di Dostoevksij
A pochi chilometri da Vagli, un’altra statua ha fatto storcere il naso a molti: quella di Fedor Dostoevskij, a Firenze.
Il sindaco, Dario Nardella, ha twittato: “Mi hanno chiesto di buttare giù la statua di Dostoevskij a Firenze. Non facciamo confusione. Questa è la folle guerra di un dittatore e del suo governo, non di un popolo contro un altro. Invece di cancellare secoli di cultura russa, pensiamo a fermare in fretta Putin”.
Il tutto era nato sull’onda del corso sullo scrittore russo, cancellato e poi ripristinato, che avrebbe tenuto Paolo Nori all’Università Bicocca di Milano. Nori, dopo il dietrofront dell’ateneo, ha comunque rinunciato.
La statua di Putin scompare dal Museo delle cere a Parigi
Nel frattempo una statua di Putin è già sparita. Si tratta di quella installata fino a poco tempo fa al Musée Grévin, lo storico museo delle cere di Parigi, tra i più importanti al mondo.
Il direttore, Yves Delhommeau, ha deciso di ritirare la statua del presidente russo qualche giorno dopo l’invasione dell’Ucraina: “Non è più possibile presentare un simile personaggio lungo il nostro percorso” espositivo.
Citato da radio France Bleu, Delhommeau ha dichiarato che la statua era stata presa di mira da numerosi visitatori: “Non avevamo voglia di ripettinarlo o rifargli il trucco ogni mattina. Per la prima volta nella storia del museo abbiamo deciso di ritirare un personaggio legato a fatti storici come quelli che accadono in questo momento”.
La statua era stata inserita nel museo nel 2000. Nel 2014 era stata danneggiata da un’attivista del movimento Femen.
Ora tra le statue del presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi Jiping è rimasto uno spazio vuoto: “Forse sarà il presidente Zelensky, che sta reagendo in modo eroico, a prendere quel posto”, ha detto Delhommeau.