Staff di Kamala Harris all'attacco di Biden per la sconfitta contro Trump, l'accusa sulla corsa elettorale Usa
Secondo lo staff di Kamala Harris, Joe Biden avrebbe dovuto evitare di nascondere i propri problemi di salute, ritirandosi dalla corsa alla Casa Bianca con maggiore anticipo
Le responsabilità della sconfitta di Kamala Harris contro Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca? Sarebbero da attribuire soprattutto a Joe Biden. È questo il pensiero dello staff della candidata democratica dopo la débacle dell’election day: l’attuale presidente in carica, infatti, avrebbe dovuto evitare di nascondere i suoi problemi di salute, ritirandosi dalla sfida elettorale con maggiore anticipo.
- Lo staff di Kamala Harris e la critica a Joe Biden
- La telefonata di Harris a Trump
- L'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca
Lo staff di Kamala Harris e la critica a Joe Biden
“Perché ha resistito così a lungo? Non avrebbe dovuto nascondere la sua salute e ritirarsi molto prima”, avrebbe dichiarato l’entourage di Harris all’agenzia di stampa Reuters.
La vicepresidente in carica, scesa in campo per la corsa elettorale a fine estate, era partita fin da subito con un notevole svantaggio, dovendo condensare la campagna elettorale in appena tre mesi.
Harris e Biden alla cerimonia di deposizione di una corona di fiori in occasione del 23° anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre al Pentagono ad Arlington (Virginia)
Tuttavia, i risultati dei primi sondaggi dopo il passaggio di testimone con Biden – piuttosto sorprendenti – avevano previsto un testa a testa all’ultimo sangue che invece, a conti fatti, non c’è stato.
Nel dettaglio, le critiche più dure da parte dello staff di Harris hanno riguardato la decisione del partito di mentire agli elettori a proposito della salute mentale di Biden. Una condizione poi emersa in maniera evidente nel corso del disastroso dibattito televisivo con Trump, andato in onda sulla Cnn lo scorso giugno.
La telefonata di Harris a Trump
Nelle ultime ore Kamala Harris ha telefonato a Trump per congratularsi con lui per la vittoria alle elezioni presidenziali.
Stando a quanto riportato dai media statunitensi, la candidata dem sconfitta avrebbe discusso dell’importanza di un pacifico trasferimento di potere e di “essere un presidente per tutti gli americani”.
Una persona informata sullo scambio telefonico ha dichiarato alla Cnn che la chiamata è durata solo pochi minuti.
L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca
Dopo il successo attestato dai risultati dei seggi elettorali, Trump diventerà il 47esimo presidente degli Stati Uniti. L’ufficialità arriverà il prossimo 17 dicembre, quando i grandi elettori si riuniranno nel collegio elettorale per la nomina finale. I vari Stati hanno tempo fino all’11 dicembre per il conteggio definitivo di tutti i voti, in modo da segnalare eventuali irregolarità nella nomina dei grandi elettori.
Il 3 gennaio 2025 si riunirà il nuovo Congresso e la Camera dovrà eleggere il suo speaker (a capo del Senato ci sarà il vicepresidente neoeletto, ovvero J.D. Vance). Il 6 gennaio si terrà una seduta plenaria del congresso, presieduta proprio dal vicepresidente, che conterà i voti dei grandi elettori e nominerà il presidente.
Infine, il 20 gennaio si terrà la vera e propria cerimonia di insediamento, con il giuramento di fedeltà alla nazione.