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Spotify usato per riciclaggio di denaro secondo un'inchiesta svedese: il sistema usato dalle gang criminali

L'inchiesta di Svenska Dagbladet getta ombre sulla piattaforma di streaming musicale: sarebbe diventata un mezzo nelle mani del crimine organizzato

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Un’ombra sinistra è stata gettata su Spotify, la popolare piattaforma di streaming musicale diffusa in tutto il mondo. Secondo un’inchiesta giornalistica svedese, l’app verrebbe sfruttata per il riciclaggio di denaro da parte delle gang criminali operanti nel paese scandinavo. Il quotidiano svedese Svenska Dagbladet ha riportato i dettagli dell’articolato sistema che il crimine organizzato utilizzerebbe, sfruttando le criptovalute, per immettere denaro sporco sulla piattaforma.

Il sistema delle gang

Il modus operandi delle gang sarebbe sorprendentemente ingegnoso. Secondo l’inchiesta svedese, tutto partirebbe dalla conversione dei proventi di attività illegali realizzati da questi criminali.

Il denaro sporco fruttato da rapine e traffico di droga verrebbe quindi usato per acquistare criptovalute, tra cui il celebre Bitcoin. Successivamente, le gang utilizzerebbero queste criptovalute per remunerare individui incaricati di gestire account falsi su Spotify.


Alla base del sistema di riciclaggio ci sarebbe l’uso delle criptovalute

Il compito degli account falsi

Questi intermediari, in modo artificioso, avrebbero poi il compito di gonfiare il numero di ascolti di specifici artisti, contribuendo così a farli salire nelle classifiche.

I modi in cui le bande trarrebbero vantaggio dal sistema sono due: da un lato, generando profitti puliti grazie ai pagamenti di Spotify basati sugli ascolti, e dall’altro, promuovendo artisti legati al genere gangster-rap che sono affiliati alle stesse bande criminali.

Il sistema attraverso il quale il crimine organizzato svedese avrebbe beneficio da questa pratica, quindi, è molto fine. Una situazione in cui il denaro sporco si trasformerebbe in denaro pulito, tutto grazie a Spotify e in modo difficile da tracciare.

La dichiarazione di un gangster

Un membro di una di queste gang, intervistato dal quotidiano, ha dichiarato: “Se stai cercando di reclutare giovani nella banda e hai un rapper che sta diventando famoso, questo fa metà del lavoro per te. È un ottimo strumento per il reclutamento”.

Le gang criminali in Svezia competono violentemente nel mercato della droga e, attraendo giovani, spesso minorenni, possono perpetrare atti criminali gravi subendo conseguenze di gravità minore.

Nel frattempo, un portavoce di Spotify ha respinto le accuse e ha affermato che l’azienda sta lavorando attivamente per chiudere gli account falsi. L’azienda sostiene inoltre di non essere a conoscenza dell’utilizzo della sua piattaforma di streaming nel riciclaggio di denaro da parte delle gang criminali.

Fonte foto: iStock

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