Sparatoria a Parigi al Centro culturale curdo: 3 morti e 3 feriti. Scontri tra comunità curda e polizia
Sparatoria nel cuore di Parigi, un uomo di 69 anni è stato fermato dalla polizia: il bilancio è di 3 morti e 3 feriti, di cui uno grave
Spari a Parigi. Venerdì 23 dicembre – poco prima di mezzogiorno – sono stati esplosi colpi di arma da fuoco in un centro culturale curdo, che hanno provocato la morte di 3 persone e il ferimento di 3. Fermato un uomo.
- Cosa sappiamo
- Chi è l'attentatore
- Aperta inchiesta per omicidio volontario, il messaggio della sindaca
- Scontri tra comunità curda e polizia
Cosa sappiamo
Secondo fonti di polizia citate dalla stampa francese, i colpi d’arma da fuoco sarebbero stati sparati nel centro di Parigi poco prima di mezzogiorno, causando diversi feriti.
Il tutto sarebbe avvenuto al numero 16 di rue d’Enghien, nel decimo arrondissement (ossia nella circoscrizione 10) di Parigi: lì ha sede un centro culturale curdo, Ahmet-Kaya.
#Paris10 rue d’Enghien, intervention de police en cours. ➡️ Une personne interpellée
🔴 Évitez le secteur et laissez les services de secours intervenir pic.twitter.com/5C5wcKCCHk— Préfecture de Police (@prefpolice) December 23, 2022
Secondo quanto riferito dalla procura parigina, le vittime sono tre, due uomini e una donna. I feriti sono tre, di cui uno in condizioni molto gravi.
La gente è rimasta sotto shock: “Sette, otto spari in strada, è stato il panico totale. Siamo rimasti chiusi all’interno”, ha dichiarato una negoziante della zona, citata dalla ‘France Presse’.
Chi è l’attentatore
L’autore della sparatoria, stando a quanto riferito dalla procura parigina, avrebbe 69 anni: sarebbe in stato di fermo.
Per il giornale ‘Le Parisien’ l’uomo, di nazionalità francese, sarebbe “un pensionato della Sncf“, la compagnia ferroviaria della Francia dove lavorava come “macchinista”, e avrebbe precedenti giudiziari per aggressioni xenofobe.
Secondo quanto riportato dall’emittente ‘Bfmtv’ era già stato fermato nel dicembre dello scorso anno per tentato omicidio dopo aver attaccato armato di una sciabola un campo migranti di Bercy, dodicesimo arrondissement di Parigi. Era uscito dal carcere dieci giorni fa.
Come dichiarato dalla procuratrice di Parigi Laure Beccuau, l’attentatore aveva precedenti per “violenze armate di carattere razzista”.
Aperta inchiesta per omicidio volontario, il messaggio della sindaca
A seguito della sparatoria avvenuta nella capitale francese la procura ha aperto un’inchiesta per “assassinio, omicidio volontario e violenze aggravate”.
Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, su Twitter ha ringraziato le forze dell’ordine “per l’intervento decisivo questa mattina durante il terribile attacco nel decimo arrondissement. Un pensiero alle vittime e alle loro famiglie. Siamo al loro fianco. Una cellula psicologica aprirà presso il municipio del decimo arrondissement”.
Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha invece twittato che “in seguito alla drammatica sparatoria che si è consumata questa mattina, rientro a Parigi e mi recherò sul posto. Tutti i miei pensieri alle persone vicine alle vittime. L’autore è stato fermato”.
Scontri tra comunità curda e polizia
Nel pomeriggio, dopo la sparatoria, ci sono stati tafferugli e scontri in strada tra la comunità curda e la polizia. I residenti curdi del quartiere si sono radunati per chiedere protezione per l’intera comunità, cantando canzoni di solidarietà curde e contro la Turchia.
Una manifestazione di protesta iniziata in modo pacifico, ma che è poi degenerata. Da quanto emerso, la tensione sarebbe salita dopo l’arrivo del ministro degli Interni, Gerard Darmanin, al centro culturale curdo di rue d’Enghien.
Alcuni gruppi di manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti, danneggiare auto e dare alle fiamme gli arredi urbani; le forze dell’ordine hanno risposto con il lancio di lacrimogeni.