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Sospeso preside della scuola del bimbo iperattivo a Ladispoli: reazione di Riccardo Agresti dopo la decisione

Sospeso il preside della scuola di Ladispoli, teatro del caso del mancato reintegro del bimbo iperattivo: la reazione del dirigente Riccardo Agresti

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Riccardo Agresti, il preside della scuola a Ladispoli dove è scoppiato il caso del mancato reintegro del bimbo iperattivo, è stato sospeso.

Sospeso il preside della scuola di Ladispoli

Non ha reintegrato in classe il bimbo iperattivo“. È questa, come riportato dal ‘Corriere della Sera’, la motivazione per la quale è stato sospeso Riccardo Agresti, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo ‘Correado Melone‘ di Ladispoli, in provincia di Roma.

La decisione, in attesa degli esiti dell’indagine voluta dal ministero dell’Istruzione e del Merito, è stata adottata dall’Ufficio scolastico regionale del Lazio, che ha contestato al preside della scuola il mancato reintegro in classe del bimbo di 6 anni, affetto da Adhd, perché iperattivo.

LadispoliFonte foto: Tuttocittà.it

Il caso è esploso nell’istituto comprensivo ‘Correado Melone’ di Ladispoli, nella provincia di Roma.

Il caso del bimbo iperattivo di Ladispoli

Il bimbo ha 6 anni ed è affetto da un disturbo da deficit di attenzione con iperattività (Adhd) di tipo combinato “associata a marcata difficoltà della regolazione degli aspetti comportamentali e aggressivi”. Per questo motivo, andrebbe seguito in classe da un insegnante di sostegno specifico, così come indicato dal Tar, al quale la sua famiglia si era rivolta.

La decisione di sospendere il bambino dalla scuola risale al 26 febbraio. I disturbi dell’alunno, secondo il Consiglio dell’istituto, erano da considerarsi “non idonei per la comunità scolastica“.

Il padre del bimbo, una volta ricevuta via e-mail la comunicazione dell’allontanamento del figlio, si è rivolto a un avvocato e presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere di annullare la sospensione. Lunedì 4 marzo è arrivata la risposta del Tribunale amministrativo, che ha dato ragione alla famiglia e indicato che il piccolo doveva rientrare immediatamente a scuola.

Nonostante la decisione del Tar, però, il bambino non è stato reintegrato. Il piccolo, il primo giorno del rientro in classe, è stato rispedito a casa dopo due ore di scuola, senza insegnante di sostegno né educatore all’inclusione.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato a scuola, lo scorso 6 marzo, gli ispettori dell’Usr per comprendere il motivo per cui, n6onostante la decisione del Tar del Lazio, il bambino non fosse ancora stato riammesso a scuola. Ora è arrivato il primo atto ufficiale nei confronti del dirigente scolastico: la sua sospensione (a scuola, per il momento, è stato nominato un reggente).

Il commento del preside Riccardo Agresti

Il preside Riccardo Agresti ha commentato così la decisione in alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’: “Ricorrerò al giudice del lavoro, ho fiducia negli ispettori che faranno il loro lavoro, come già stanno facendo, e che porteranno alla verità”.

Poi ha aggiunto: “Se c’è una denuncia penale sarà il mio avvocato a proteggermi. Se invece è un procedimento scolastico e basta è evidente che qualcuno mi vuole fuori dalla scuola”. Il dirigente scolastico ha parlato di “un accanimento strano ed esagerato“.

Ancora Riccardo Agresti: “È stato evidenziato un mio reato penale, quello di non aver messo in atto la decisione del Tar, ma io, come già detto, non ero a conoscenza del fatto. La decisione del Tar era stata presa il pomeriggio precedente, quando la scuola era chiusa e la mattina dopo la posta è stata aperta dopo l’orario di ingresso dei bambini”.

Scuola Fonte foto: iStock - GlobalStock
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