Soldati russi prigionieri in Ucraina chiedono scusa: "Pensavamo fino all'ultimo che fosse solo esercitazione"
I militari, fatti prigionieri dall'esercito di Kiev, si sono detti mortificati per il dolore provocato agli ucraini in guerra
L’Ucraina combatte e resta umana, tra la difesa dei propri confini dall’invasore russo e la solidarietà ai soldati dell’esercito del Cremlino che si sono ritrovati in guerra senza preavviso e motivazioni. Diversi sono i militari di Mosca fatti prigionieri e loro viene data la possibilità di parlare, spiegare e, a volte, anche scusarsi per quanto sta succedendo in Ucraina nelle ultime settimane.
Soldati russi chiedono perdono all’Ucraina
Nel corso di una conferenza stampa indetta dall’esercito ucraino a Sumy, città nel Nordest che è crocevia per chi lascia il Paese, il governo ucraino ha dato la possibilità a dei soldati russi fatti prigionieri di spiegare la loro versione dei fatti. Davanti ai microfoni i militari sono scoppiati in lacrime, dicendosi mortificati per il dolore causato al popolo ucraino con la guerra in atto.
“Vi chiedo perdono: a tutta l’Ucraina. Perdonatemi per essere venuto qui, mi vergogno profondamente” le parole di un soldato, che chinando il capo in segno di scusa ha poi anche attaccato Putin per le sue “menzogne”.
I danni degli attacchi russi all’Ucraina
“Mi vergogno, scusatemi” ha proseguito il militare prigioniero. Tutti i soldati intervenuti in conferenza sono rimasti anonimi, ma non si sono tirati indietro nel parlare male del proprio Capo di Stato.
“Pensavamo fosse solo esercitazione”
Nel racconto sconvolgente fatto dai militari in conferenza stampa a Sumy, dei dettagli lasciano a bocca aperta. I soldati, infatti, erano convinti si trattasse solo di un’esercitazione e non di un’invasione vera e propria.
“Il 24 febbraio 2022 abbiamo invaso l’Ucraina. Fino all’ultimo ci dicevano che era solo un’esercitazione sul territorio russo” ha spiegato uno dei soldati. Inoltre il militare ha sottolineato che l’esercito russo “ci dava cibo scaduto da tempo”.
Il dolore del soldato: “A casa mi danno per morto”
Dalla vergogna di aver attaccato un Paese senza volerlo, a quella provata in casa. I soldati nel corso della conferenza stampa di Sumy hanno infatti raccontato di aver sentito i genitori telefonicamente e che questi hanno già pronti per loro i funerali.
Il dettaglio che sconvolge è che in Russia i militari fatti prigionieri potrebbero essere uccisi dagli stessi connazionali: “Se rientriamo come prigionieri scambiati, a spararci saranno i nostri connazionali, per la vergogna”.