Silvio Berlusconi lascia un seggio al Senato: chi e quando prenderà il suo posto con le elezioni suppletive
Silvio Berlusconi ha lasciato Forza Italia, ma anche un seggio al Senato: chi potrebbe sostituire il Cavaliere in Parlamento (e quando)
Difficile sostituirlo alla guida di Forza Italia, obbligatorio farlo in Senato. Con la morte di Silvio Berlusconi resta vacante un seggio a Palazzo Madama, che verrà riassegnato con le elezioni suppletive. L’annuncio ufficiale è arrivato dalla Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato giovedì 15 giugno, il giorno dopo i funerali di Stato del Cavaliere.
- Come e quando sarà sostituito Silvio Berlusconi in Senato
- Chi potrebbe sostituire Berlusconi al Senato
- Quanti sono in tutto i senatori
Come e quando sarà sostituito Silvio Berlusconi in Senato
La Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato presieduta dall’ex ministro Dario Franceschini, dopo una brevissima riunione, ha formalmente preso atto del seggio vacante di Silvio Berlusconi, comunicandolo al Ministero dell’Interno.
Sarà proprio il dicastero del ministro Matteo Piantedosi a decidere la data per le elezioni suppletive al collegio uninominale di Monza-Brianza (Lombardia 06), assegnato col sistema maggioritario (il Cavaliere aveva chiuso davanti a tutti col 50,3% delle preferenze).
Silvio Berlusconi al Senato, in uno scatto del novembre 2022
Solitamente si torna alle urne dopo 90 giorni dalla comunicazione, ma in questo caso – secondo il regolamento – il termine potrebbe slittare di qualche settimana: se il termine di 90 giorni cade in un periodo compreso tra il 1° agosto e il 15 settembre, infatti, è possibile per il Governo farle slittare di altri 45 giorni.
Il termine ultimo stabilito dalla legge numero 533 del 1993, quindi, è fissato per domenica 29 ottobre.
Chi potrebbe sostituire Berlusconi al Senato
La prassi interna al centrodestra prevede che il seggio sia conteso da un rappresentante dello stesso partito a cui era stato assegnato il posto: toccherà dunque a Forza Italia individuare il nome.
In pole, secondo Open, ci sarebbe Andrea Mandelli, farmacista dal 1986, candidatosi con Forza Italia per il Consiglio comunale di Monza nel 2002, sconfitto nella corsa a sindaco nel 2012, ma eletto senatore nel 2013, sostituendo addirittura Mara Carfagna nel Governo Draghi, una volta nominata ministra per il Sud, nel ruolo di vicepresidente della Camera.
Nelle ultime elezioni, però, Mandelli (candidato di nuovo alla Camera nel collegio uninominale Milano-Loreto) è stato sconfitto da Bruno Tabacci.
Adesso spera di rientrare in Parlamento, anche se non sembrerebbe far parte della corrente interna a Forza Italia che fa capo alla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli (sarebbe invece un nome gradito ad Antonio Tajani).
Per questo, l’altra ipotesi è che possa toccare ad Alfredo Messina, molto legato alla famiglia Berlusconi dagli anni ’90, in virtù dei ruoli dirigenziali ricoperti tra Fininvest e Mediolanum. Persona talmente di fiducia da essere stato scelto da Berlusconi in persona per essere il depositario del simbolo di Forza Italia.
Già senatore in tre legislature, il suo limite però è anagrafico: compirà 88 anni il prossimo 8 settembre.
Ancora più defilato, quindi, Gregorio Fontana: eletto alla Camera per cinque legislature, già responsabile organizzativo di Forza Italia, alle ultime elezioni non ha vinto in Veneto.
Quanti sono in tutto i senatori
Con la riduzione del numero dei parlamentari, i senatori sono passati dai 630 della passata legislatura ai 200 di quella corrente.
Tra questi c’era anche Silvio Berlusconi.