Sfogo di una vigilessa di Bologna contro Città 30: "Tutti sanno dove siamo, controlli isterici e poche multe"
Intervistata, una vigilessa della Polizia locale ha detto la sua sulla trasformazione di Bologna in città 30: "Il sindaco farà qualche passo indietro"
Da ormai alcuni giorni Bologna è una città a 30 chilometri all’ora. L’applicazione del limite di velocità generalizzato ha creato disappunto tra gli automobilisti. Ma non solo: “I controlli sono sempre stati pochi perché eravamo richiesti per altri servizi – ha raccontato una vigilessa del capoluogo emiliano in un’intervista -. Ora si passa dal nulla a un controllo isterico“.
- Bologna città 30, le parola della vigilessa
- "Sarebbe bastato mettere qualche dosso in più"
- I controlli su bicilette e monopattini
Bologna città 30, le parola della vigilessa
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, una vigilessa del corpo di Polizia locale di Bologna ha parlato di questi primi giorni di controlli dal vivo tra le strade del centro.
“Lavoriamo sul campo ogni giorno con 6 pattuglie – ha raccontato – E visti gli organici ridotti di cui disponiamo non si può fare di più. I 10 nuovi agenti che arriveranno quest’anno non bastano neanche a sostituire chi va in pensione“.
Segnali del Comune di Bologna per incentivare la città 30
Secondo il membro delle forze dell’ordine, i controlli di velocità prima della “trasformazione” in città 30 non erano così capillari e l’utilità di quelli attuali è messa in discussione: “Sinceramente fatico a capire che senso abbia farli ora, più o meno sulle stesse strade. La gente tra l’altro lo sa in anticipo dove ci mettiamo, perché qualcuno fa uscire i nostri posizionamenti“.
“Sarebbe bastato mettere qualche dosso in più”
La misura lascerebbe perplesse anche le pattuglie, oltre che i cittadini automuniti. “Un conto era mantenere i 30 all’ora entro le mura, anche perché in centro ci sono strade in cui a malapena fai i 20. Però ad esempio, anche nei pressi delle scuole, sarebbe bastato mettere qualche dosso in più per garantire più sicurezza ai pedoni e ai ciclisti“, ha proseguito la vigilessa.
Fermata dalla polizia municipale, la gente risulterebbe spesso “disorientata” a causa di una segnaletica non sempre chiara e al fatto che in alcune strade il limite è 40, “poi diventa 30 col dosso e magari intersechi una strada a 50”.
“Sorrido – continua – quando sento il sindaco che dice che non bisogna guardare il contachilometri, ma vedere se ci siamo noi a controllare col telelaser in strada”.
I controlli su bicilette e monopattini
Interrogata a proposito dei pochi controlli su biciclette e monopattini, l’intervistata ha confermato il problema, spiegando che “è facile” per loro “divincolarsi e sfuggire“.
“I velocipedi li abbiamo in dotazione solo per servizi di controllo come quelli sul Lungoreno, ma sono anche mezzi obsoleti, acquistati ai tempi di Cofferati. Recentemente ne sono stati presi coi freni a disco, ma sono fermi in magazzino e i pochi elettrici che ci sono, nessuno li usa”.
Spazio, infine, a una riflessione su come porre fine alle polemiche sollevate in questi giorni: “Penso che alla fine il sindaco rivedrà alcune zone e farà qualche passo indietro. Certo si sarebbe potuto aspettare la realizzazione almeno dei tram prima di mettere in campo la Città 30″.