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Sequestro nel ristorante di sushi a Cagliari che serviva pesce crudo non abbattuto: i rischi per chi lo mangia

Blitz dei carabinieri del Nas in un ristorante del centro storico di Cagliari che serviva sushi con pesce crudo non abbattuto in modo corretto

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I carabinieri del Nas di Cagliari hanno sequestrato un ristorante di sushi situato nel centro storico della città. Nel corso di un’ispezione i militari del Nucleo antisofisticazioni e sanità hanno scoperto che nel ristorante veniva servito sushi preparato con prodotti ittici non abbattuti. Per questo motivo i locali adibiti a cucina, le attrezzature per la preparazione degli alimenti i prodotti ittici non abbattuti sono stati messi sotto sequestro amministrativo.

Dove è scattato il controllo dei carabinieri del Nas

L’ammontare complessivo del materiale sottoposto a fermo è di circa cinquantamila euro. I carabinieri del Nas di Cagliari hanno informato le autorità amministrative e sanitarie per gli eventuali provvedimenti nei confronti dei proprietari del ristorante. Il blitz dei militari è scattato in un ristorante di proprietà cinese specializzato nella vendita di sushi.

Perché si è proceduto al sequestro del pesce e della cucina

Secondo quanto accertato dai carabinieri del Nas, nel ristorante del centro storico di Cagliari non erano state rispettate le norme che prevedono l’abbattimento termico del pesce crudo. Una prassi necessaria a prevenire la parassitosi da anisakis. Per scongiurare il rischio di contrarre questo parassita il pesce deve essere ripulito dalle viscere e, soprattutto, deve essere congelato a meno 18 gradi centigradi per almeno 96 ore.

Un procedimento che può essere effettuato solo con congelatori industriali o domestici a tre o più stelle. Cuocere il pesce ad almeno 60 gradi per almeno 10 minuti, inoltre, evita il rischio di contrarre l’anisakis.

Cosa si rischia mangiando pesce crudo non abbattuto

Ma cosa si rischia mangiando pesce crudo non abbattuto correttamente? A spiegarlo sono gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che hanno realizzato una scheda dedicata all’infezione da anisakis, definita anisakidosi o anisakiasi. Si tratta, come si legge nel sito dell’Iss, di un’infezione parassitaria del tratto gastrointestinale causata dall’ingestione di pesce crudo o non sufficientemente cotto contenente le larve di parassiti (nematodi) appartenenti alla famiglia Anisakidae.

Spesso le infezioni sono causate dal consumo di pesce crudo sottoposto a procedimento non idonei a uccidere le larve, come la salatura, l’affumicatura o la marinatura.

Sequestro nel ristorante di sushi a Cagliari che serviva pesce crudo non abbattutoFonte foto: 123RF

Mangiare sushi non abbattuto in modo corretto espone all’infezione da anisakis

Come si sviluppa (e come si cura) l’infezione da anisakis

Dopo aver ingerito il pesce infestato dal parassita, le larve si attaccano alla mucosa gastrointestinale e rimangono come “ospiti accidentali” per non più di due settimane finendo inglobate in un aggregato di cellule infiammatorie chiamato granuloma.

I sintomi dell’anisakidosi in forma acuta sono nausea, vomito e dolori alla bocca dello stomaco. Nella forma intestinale i sintomi possono manifestarsi anche 7 giorni dopo l’infezione sotto forma di febbre, aumento dei globuli bianchi, vomito, diarrea, dolori addominali e nausea.

Nei casi più gravi le larve possono perforare la mucosa gastrointestinale causando emorragie. La terapia per curare l’anisakidosi è la rimozione endoscopica. Nei casi più gravi è necessario un intervento chirurgico.

Sequestro nel ristorante di sushi a Cagliari che serviva pesce crudo non abbattuto Fonte foto: ANSA
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