Selena Gomez in lacrime per i migranti espulsi dagli Usa in Messico in catene, ma il video viene cancellato
L'attrice Selena Gomez in lacrime nel video postato su Instagram in risposta ai rimpatri di migranti irregolari in Messico da parte di Trump
Selena Gomez ha diffuso un video su Instagram in cui, visibilmente commossa, esprimeva il suo dolore per le politiche di deportazione dei migranti di Trump e le famiglie separate in Messico. Dopo essersi mostrata in lacrime, Gomez ha rimosso il video scrivendo un messaggio contro la mancanza di empatia. L’attrice, di origini messicano-americane, ha sempre sostenuto i diritti umani e l’immigrazione.
- Il video di Selena Gomez sui migranti deportati in Messico
- Chi è Selena Gomez
- I rimpatri dei migranti in Messico
Il video di Selena Gomez sui migranti deportati in Messico
Il video di Selena Gomez sui migranti era comparso su Instagram al mattino di lunedì 27 gennaio. In lacrime, l’attrice esprimeva il suo impegno ad aiutare i cittadini messicani senza documenti durante l’intensificarsi delle politiche migratorie sotto l’amministrazione Trump.
Gomez mostrava il dolore per le famiglie coinvolte, soprattutto per i bambini. “La mia gente è sotto attacco,” aveva dichiarato, promettendo di fare tutto il possibile, anche se non sapeva come agire.
Successivamente alla rimozione del video, alcuni utenti della piattaforma hanno sostenuto che in un’altra storia di Instagram Gomez avesse scritto: “Apparentemente non va bene mostrare empatia per le persone”.
Chi è Selena Gomez
Nata in Texas da nonni messicani immigrati senza permessi, la 32enne si è sempre battuta a favore della comunità immigrata.
Il suo impegno è stato dimostrato anche attraverso la produzione nel 2019 di “Living Undocumented”, una serie Netflix che raccontava le esperienze di otto famiglie seguite dalle telecamere mentre affrontavano il rischio di deportazione durante il primo mandato di Trump.
In quel periodo, Gomez denunciò duramente il trattamento inumano riservato dall’amministrazione Trump alle famiglie di immigrati, criticando in particolare la separazione dei bambini dai genitori, una politica che suscitò ampie proteste a livello internazionale.
I rimpatri dei migranti in Messico
Il presidente Trump ha avviato il suo secondo mandato annunciando misure drastiche per inasprire il controllo sull’immigrazione a livello nazionale.
Secondo quanto riportato dalla CNN, nel weekend sono stati arrestati quasi 1000 individui considerati una minaccia alla sicurezza nazionale, grazie a un’operazione congiunta tra ICE (Immigration and Customs Enforcement) e diverse agenzie federali, tra cui l’FBI, la DEA e gli U.S. Marshals, in città come Chicago, Atlanta, Los Angeles, Austin, Porto Rico e altre località.
Nel frattempo, il governo Trump ha intensificato la sua strategia di repressione, introducendo misure come la chiusura dell’app CBP One per la gestione delle richieste di asilo, l’aumento degli arresti in luoghi pubblici come scuole, ospedali e chiese, e l’invio di truppe attive per rafforzare la costruzione delle barriere di confine e la gestione delle deportazioni.