Segregata e seviziata dal marito a Lentini, i parenti dell'uomo negano: "Non è vero, la vedevano uscire"
Una 32enne sarebbe stata segregata e seviziata dal marito per due anni a Lentini (Siracusa). I parenti dell'uomo negano: "Non siamo dei mostri"
Una donna sarebbe stata segregata e seviziata dal marito per due anni a Lentini (Siracusa), per questo motivo i carabinieri hanno arrestato l’uomo, un operaio di 43 anni. Dopo le prime notizie i parenti dell’indagato hanno rotto il silenzio e hanno preso le difese del loro congiunto. Secondo la loro versione niente di ciò che è stato detto e scritto sarebbe vero. Piuttosto, sempre stando al loro racconto, si sarebbe trattato di consuete discussioni di coppia.
- La difesa dei parenti del marito
- "Non ho visto segni sul corpo"
- La storia della donna segregata e seviziata a Lentini
- L'escalation: dagli insulti alla lama arroventata
La difesa dei parenti del marito
Il 28 novembre le telecamere di Pomeriggio Cinque hanno raggiunto i parenti del 43enne. Appresa la notizia hanno dato la loro versione. Una donna dichiara: "Io me li ricordo felici, contenti. Dicevano: ‘Ce ne stiamo andando qua, là’. Facevano viaggi".
Ancora: "Un litigio tra marito e moglie ci sta, però non va bene dire tutte queste cose quando non è vero", continua la donna, sconfessando quanto riportato fino ad ora sulla vicenda.
"Le persone l’hanno vista, l’hanno vista che usciva". L’inviata la incalza e le chiede se anche loro abbiano visto la donna fuori casa prima che scoppiasse il caso.
"Certo, – risponde la donna – è impossibile che una persona stia due anni chiusa in casa, o sei mesi. La signora ha un carattere particolarissimo".
"Non ho visto segni sul corpo"
L’inviata insiste: "Certo, ma dei segni li aveva". La donna risponde: "Non li ho visti, non li ho visti". Quindi continua dicendo che se proprio la donna avesse avuto bisogno di aiuto le sarebbe bastato affacciarsi alla finestra e gridare.
"Noi non siamo così, non siamo dei mostri. Le cose si devono dire giuste", conclude la donna.
La storia della donna segregata e seviziata a Lentini
Questa storia ha inizio con una donna di 32 anni che vaga per una strada di Lentini in stato confusionale. Un residente la nota e chiama subito il 118, che interviene per soccorrerla. Trasportata in ospedale, manifesta una importante debilitazione sia sul piano fisico che sul piano psicologico, ma soprattutto presenta ferite da inequivocabili sevizie, tra segni e cicatrici.
I sanitari attivano subito il codice rosa e contattano i carabinieri. La donna racconta di essere vittima di violenza domestica da almeno due anni. Stando al suo racconto, dal 2022 il marito la terrebbe segregata in casa sottoponendola a ripetute violenze fisiche e psicologiche.
Dopo gli accertamenti conclusi dai carabinieri di Augusta e coordinati dalla Procura di Ragusa, il 27 novembre i militari di Lentini hanno arrestato il 43enne. I reati contestati sono maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e continuate e sequestro di persona. L’uomo è stato tradotto presso il carcere Cavadonna di Siracusa.
L’escalation: dagli insulti alla lama arroventata
Stando a quanto riferito dagli inquirenti e riportati dal Giornale di Sicilia gli episodi di violenza domestica sarebbero iniziati con insulti sempre più insistenti per poi degenerare ulteriormente con il sequestro del cellulare della donna, per evitare alla donna ogni contatto con l’esterno.
Poi le violenze: in uno degli episodi più agghiaccianti e più battuti dalla stampa, l’uomo l’avrebbe torturata con la punta arroventata di un coltello. In altre occasioni avrebbe manipolato i figli minorenni, già testimoni degli episodi incresciosi, affinché contribuissero a mantenere un controllo sulla donna. Negli ultimi sei mesi, infine, alla 32enne sarebbe stato impedito di uscire all’esterno.
L’incubo sarebbe finito un mattina: la donna avrebbe approfittato dell’assenza dei figli che si trovavano a scuola e del fatto che il marito stesse dormendo profondamente. Quindi la 32enne è fuggita e ha trovato aiuto. La donna è stata trasferita in una struttura protetta insieme ai bambini. I militari hanno riferito che la famiglia viveva in un’abitazione dalle precarie condizioni igienico-sanitarie.
Nel dicembre 2023 a Rotondi (Avellino) ha avuto luogo una vicenda analoga: una 30enne è stata tratta in salvo dai carabinieri dopo che i vicini hanno dato l’allarme, spaventati dalle urla che provenivano dall’abitazione. La donna era stata reclusa in casa insieme ai figli di uno e due anni dal marito.
La vittima, di origini marocchine, è stata poi trasferita in una struttura protetta insieme ai piccoli. L’uomo – che aveva anche sbarrato la porta all’arrivo dei militari – è stato infine arrestato per maltrattamenti in famiglia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.