Seconda ondata e "piccoli focolai": lo scenario secondo il fisico
Secondo il fisico Federico Ricci Tersenghi il problema è la mancanza di modelli affidabili
Per alcuni esperti è “inevitabile”, per altri è “probabile”: sulla possiiblità di una seconda ondata di coronavirus gli esperti sono divisi. Ieri uno dei più prestigiosi immunologi del mondo, il direttore dell’Istituto Nazionale per le Malattie infettive degli Stati Uniti Anthony Fauci, ha dichiarato che quello che potrà accadere in autunno dipenderà da noi: “Future infezioni sono inevitabili. Bisogna avere personale, test e risorse per identificare i casi, isolarli e tracciare i contatti. Se lo faremo, quando avverranno le infezioni potremo evitare che diventino una seconda ondata”.
Anche Walter Ricciardi, rappresentante del governo italiano presso il comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consigliere del ministro della Salute, ritiene che una seconda ondata sia molto concreta: “Nessuno può essere certo al 100%” che in ottobre la pandemia possa riprendere, ha detto, ma l’ipotesi “che il virus sparisca la riteniamo improbabile”.
“Dobbiamo attrezzarci – ha aggiunto Ricciardi – con case antisismiche poi se il terremoto non arriva, meglio così”. Secondo l’esperto, come riporta Ansa, è “improbabile” che “il virus SarsCov2 sparisca come è stato per la Sars e la Mers”, mentre un’altra possibilità “è che ritorni insieme all’influenza”.
Seconda ondata, lo scenario secondo il fisico
Secondo il fisico Federico Ricci Tersenghi, dell’Università Sapienza di Roma, il problema è che fare previsioni è possibile solo se esistono modelli affidabili, “ma è ancora difficile riuscire ad averli”.
“Ci sono aspetti importanti la cui influenza nei modelli non si è ancora compresa”, ha aggiunto il fisico. “Attualmente i numeri dell’epidemia sono così piccoli che non è possibile calibrare i modelli e non c’è statistica per fare delle stime”.
A detta di Ricci Tersenghi, uno degli scenari più probabili per l’autunno è quello della comparsa di piccoli focolai che, se gestiti in modo efficiente, potranno essere circoscritti.
“In autunno – ha rilevato -, quando si tornerà a vivere per molte ore in luoghi chiusi, è possibile che i casi possano ripartire“. Questa la sua conclusione: “Credo che sarà molto difficile riuscirà a sconfiggere il virus senza il vaccino”.