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Scuola di Mestre offre corso di bengalese ai bambini, la Lega attacca: "Sottomissione della nostra cultura"

Una scuola di Mestre ha avviato un corso facoltativo di bengalese, lingua parlata dalla maggior parte degli studenti

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L’istituto comprensivo Giulio Cesare di Mestre ha offerto, per i propri studenti del quinto anno di scuola primaria, un corso di lingua bengalese, parlata dalla comunità di stranieri più numerosa del quartiere della Terraferma di Venezia. Dura reazione dell’europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint.

Corso di bengalese per i bambini a scuola

La scuola di Mestre, tra le più multietniche di Venezia, offrirà il corso di bengalese che si terrà in 21 lezioni il sabato mattina, in maniera completamente gratuita per gli studenti e le famiglie.

Due i livelli di lingua insegnati, uno più basilare, dedicato ai principianti, e uno più avanzato, dedicato a chi già parla il bengalese, come i molti figli degli immigrati del Paese asiatico presenti nella Terraferma veneziana.

mestre scuola bengaleseFonte foto: © 2025 OpenMapTiles | © 2025 OpenStreetMap contributors | © 2025 TomTom | Tuttocittà

“Mantenere viva la lingua d’origine è una grande opportunità per il futuro di questi bambini, ma anche per il nostro paese che può attraverso loro mantenere rapporti con il Bangladesh, un paese in forte sviluppo” ha dichiarato il console onorario di Venezia Fabrizio Ippolito D’Avino.

La comunità bengalese di Mestre

Mestre è uno dei quartieri più popol0si e industrializzati di Venezia. Si trova nel tratto di terra di fronte alla laguna e ospita diverse fabbriche. Qui si è instaurata da anni un’importante comunità bengalese.

I suoi membri lavorano nelle industrie che si trovano poco lontano dal quartiere, nella ristorazione e nel settore alberghiero di Venezia

Molti dei figli di queste famiglie vanno a scuola al Giulio Cesare, e compongono la maggioranza degli alunni della scuola primaria Cesare Battisti, parte dell’istituto comprensivo.

La reazione della Lega

I primi commenti della politica alla decisione sono arrivati dalla Lega, con l’eurodeputata Anna Maria Cisint, che ha parlato di una scelta che innesca una spirale autodistruttiva.

“È fondamentale che questi bambini imparino l’italiano, le nostre tradizioni e anche la lingua locale, patrimonio storico e identitario fondamentale per un territorio come il Veneto e Venezia” ha dichiarato la parlamentare.

“La scelta di un corso di lingua bengalese è l’ennesimo errore di chi ritiene che l’assimilazione delle nuove generazioni di figli di immigrati passi dalla sottomissione della nostra cultura” ha poi concluso.

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