Il ministro Bianchi era contro la Dad: perché ha chiuso le scuole
Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, la scorsa estate ha criticato fortemente la didattica a distanza: adesso ha chiuso le scuole. Il motivo
Nei suoi primi discorsi al Senato e alla Camera, il premier Mario Draghi ha evidenziato la necessità di far ripartire il Paese dall’istruzione, dalla scuola. Ha evidenziato il problema della dispersione scolastica e le lacune della didattica a distanza, soprattutto al Sud. Il ministro dell’Istruzione del suo governo è Patrizio Bianchi, che conosce Draghi da molti anni: a due settimane dal suo ingresso nel Miur, però, milioni di studenti si ritrovano nuovamente costretti alla didattica a distanza. E la Dad, secondo le parole del ministro affidate alla Stampa, potrebbe continuare a esistere anche dopo il Covid.
Il ministro Bianchi era contro la Dad: perché ha chiuso le scuole
Patrizio Bianchi ha spiegato che la chiusura delle scuole si è resa necessaria a causa della variante inglese.
Eppure il ministro è lo stesso che, la scorsa estate, ha redatto un documento che sottolineava la necessità di tornare a svolgere attività in presenza. A tal proposito, Bianchi si è ‘difeso’ facendo notare che la situazione odierna è assai diversa da quella di allora perché ora il virus “colpisce anche i ragazzi, compresi quelli sotto i 10 anni”.
Il ministro ha aggiunto che si farà didattica a distanza “nelle zone rosse o in quelle con situazioni epidemiologiche che richiedono maggiori restrizioni”.
Scuola, annuncio del ministro Bianchi: “Dad anche dopo il Covid”
Dall’altro lato, però, ci sono gli studenti ormai stanchi della Dad (argomento trattato anche da Fiorelloal Festival di Sanremo): il ministro ha annunciato che la modalità sarà migliorata attraverso formazione mirata per i docenti.
“Investiremo risorse, attiveremo la rete del volontariato a supporto della scuola, favoriremo i patti di comunità con il territorio, guardando anche oltre l’emergenza, considerando la Dad non come ripiego ma come integrazione e arricchimento per costruire una scuola nuova”, ha sottolineato.
Cosa occorre per tornare in presenza? Tracciamento e tamponi: “Ne stiamo discutendo con il Ministero della Salute, sono necessarie anche unità mobili a livello territoriale che possano monitorare la situazione”.
Ovviamente, ruolo importante quello dei vaccini: “Ho chiesto subito dopo il mio insediamento che tutto il personale della scuola sia protetto e vaccinato. Il vaccino è fondamentale e la mia richiesta è che si acceleri il più possibile”.