Saronno, mazzette all'obitorio: 10 indagati fra imprese di pompe funebri, medici e operatori sanitari
Giro di mazzette all'obitorio dell'ospedale di Saronno: secondo le accuse, alcuni impresari di pompe funebri avrebbero pagato per accaparrarsi clienti
Alcuni impresari di pompe funebri avrebbero elargito tangenti al personale ospedaliero in forze all’obitorio per accaparrarsi nuovi clienti. Il fatto sarebbe avvenuto all’ospedale di Saronno, in provincia di Varese, dove i carabinieri hanno denunciato dieci persone.
- Denunciati anche medici e operatori sanitari
- Indagine partita dalle segnalazioni dell'ospedale
- Falsi certificati di malattia
Denunciati anche medici e operatori sanitari
Fra gli accusati, oltre agli imprenditori del settore funebre, anche alcuni medici e operatori sanitari.
Come riporta la pagina provinciale del ‘Corriere della Sera’, le ipotesi di reato, a vario titolo, sono quelle di corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica.
Una persona è finita in custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari.
Al momento, inoltre, in due sono stati sollevati dall’esercizio della professione medica, quattro non possono esercitare l’attività di impresario di pompe funebri e due sono stati sospesi dall’esercizio delle mansioni di addetto all’obitorio.
Le indagini vengono svolte dal Nucleo operativo dei carabinieri della Compagnia di Saronno.
Indagine partita dalle segnalazioni dell’ospedale
A mettere in moto i carabinieri una serie di segnalazioni partite direttamente dall’ospedale. A fine 2020 la Direzione sanitaria aveva segnalato somme indebitamente pagate da un’impresa di pompe funebri a un addetto alla camera mortuaria.
Da lì sono poi scattate testimonianze e intercettazioni che hanno portato a scoprire come almeno quattro imprese funebri avrebbero elargito mazzette a dipendenti dell’ospedale in cambio di favori.
Favori come spingere i parenti dei defunti ad affidare il caro estinto alle imprese paganti, effettuare vestizioni e tanatocosmesi anche quando non previsto, mostrare le salme ai parenti anche in violazione della normativa anti-Covid.
Falsi certificati di malattia
Secondo l’accusa, sarebbero coinvolti anche due medici di base dello stesso ambulatorio accreditato con l’Asst. I medici avrebbero rilasciato falsi certificati di malattia a dipendenti pubblici e privati per permettergli di assentarsi dal lavoro.
Un dipendente dell’obitorio prendeva periodi di malattia e andava a lavorare presso lo studio privato del medico che le aveva rilasciato il finto certificato di malattia.
I due poi avrebbero rubato materiale di proprietà dell’ospedale per poi cederlo a terzi.