Sangue di San Gennaro non si è sciolto, niente miracolo: cosa significa per Napoli secondo la tradizione
Il sangue di San Gennaro non si è sciolto, niente miracolo per la città di Napoli e per l'intera Campania: cosa significa secondo la tradizione
A Napoli non si rinnova il miracolo di San Gennaro. Fedeli, cittadini e turisti hanno riempito il Duomo lunedì 16 dicembre, festa del patrocinio del santo patrono. Monsignor Vincenzo De Gregorio ha aperto la cassaforte in cui sono custodite le ampolle col sangue del santo. E, durante la celebrazione, il sangue non si è sciolto. Qual è il significato nella tradizione della città di Napoli.
- Il miracolo non ripete: il sangue di San Gennaro non si è sciolto
- Perché si parla di “miracolo” laico
- Cosa significa se il sangue “non si scioglie”
- Chi era San Gennaro
Il miracolo non ripete: il sangue di San Gennaro non si è sciolto
A Napoli non si è ripetuto il prodigio del ‘miracolo‘ di San Gennaro.
Al termine della funzione religiosa, il sangue è rimasto solido.
La teca è rimasta esposta sull’altare della Cappella fino alle ore 12:30, poi vi tornerà a partire dalle ore 16.
A seguire, alle ore 18:15, sarà portata in Cattedrale per la messa conclusiva della Festa del Patrocinio e alle ore 19:15 sarà riportata nella Cappella del Tesoro e riposta nella cassaforte definitivamente.
Perché si parla di “miracolo” laico
Il ‘miracolo’ è letto dai fedeli come segno di buon auspicio per la città e per la Campania.
La liquefazione del sangue di San Gennaro avviene tre volte l’anno:
- il sabato che precede la prima domenica di maggio (nel 2023 il 6 maggio), in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte;
- il 19 settembre, giorno della morte di San Gennaro;
- il 16 dicembre, giorno dell’eruzione del Vesuvio del 1631 fermata, secondo la credenza popolare, proprio per intercessione di San Gennaro.
Secondo la leggenda, il sangue di San Gennaro si sarebbe liquefatto per la prima volta nel IV secolo d.C. proprio durante il trasferimento a Napoli delle spoglie del santo.
Storicamente, però, il miracolo è stato annoverato per la prima volta nel 1389 così come racconta il Chronicon Siculum.
Durante le celebrazioni per la festa dell’Assunta erano infatti state esposte ampolle contenenti le reliquie: il 17 agosto, secondo la cronaca del tempo, il sangue si sarebbe liquefatto come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo di San Gennaro.
Da allora studiosi, religiosi, scienziati e ricercatori di tutto il mondo hanno tentato di dare una spiegazione scientifica alla liquefazione.
Nel corso dei secoli, però, i fedeli non hanno mai smesso di ritenere l’evento prodigioso come un vero e proprio miracolo, segno della protezione dal cielo.
Il 16 dicembre solitamente si parla di miracolo laico, perché ricorda l’eruzione del Vesuvio del 1631 quando i napoletani chiesero l’intercessione del Martire per scongiurare la distruzione della città.
La cerimonia è l’unica gestita dalla Deputazione di San Gennaro e non direttamente dall’Arcidiocesi: si svolge nella Cappella del Tesoro di San Gennaro all’interno del Duomo, è presieduta dall’abate Vincenzo De Gregorio.
Lo stesso De Gregorio ha dichiarato:
“La devozione a San Gennaro non può essere assimilata ad alcun fatto di folklore, non è feticismo, mito o fantasia. La nostra devozione a San Gennaro si accompagna al messaggio di Gesù, per cui crediamo che Dio stesso sia presente nella storia umana. Gennaro diventa il compagno di questo viaggio, lui per primo ha confidato in Gesù e ha dato la sua vita per lui, e ancora oggi ci incoraggia a fare altrettanto in questa straordinaria storia di una relazione con una persona morta 1700 anni fa, e che è vivo e presente ancora oggi. Questo nostro essere qui lo dimostra ampiamente. La sua presenza ci incoraggi e ci dia forza per affrontare i tempi presenti, non meno inquieti dei tempi nei quali questa città con il suo voto edificò questa cappella, una meraviglia di storia, arte e cultura”.
Cosa significa se il sangue “non si scioglie”
Il ritardo nella liquefazione o l’assenza del miracolo, nonostante canti, preghiere, invocazioni e litanie in dialetto viene considerato segno sfavorevole per Napoli e per i napoletani.
Ecco alcuni esempi di “mancato miracolo” ricordati dai napoletani:
- 1939 e 1940: il sangue non si sciolse nell’anno in cui scoppiò la Seconda guerra mondiale (1939) e nell’anno in cui l’Italia annunciò l’ingresso nel conflitto (1940)
- 1973: epidemia di Colera
- 1980: terremoto in Irpinia
- dicembre 2020: piena pandemia Covid
Chi era San Gennaro
San Gennaro è stato il vescovo di Benevento, decapitato il martire il 19 settembre 305 d.C..
Il suo sangue è custodito in un’ampolla conservata in una cappella del Duomo della città partenopea e si ritiene fosse stato raccolto da Eusebia, probabilmente la sua nutrice, che lo consegnò all’allora vescovo di Napoli.
La reliquia è conservata ancora oggi in due ampolle custodite in una cassaforte con doppia serratura nel Duomo di Napoli: una è riempita per tre quarti, mentre l’altra è semivuota perché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna.
I grumi rappresi, scuri e solidi, si sciolgono in tre occasioni quando il sangue ribolle e assume il colore rosso vivo.