Figlio di Totò Riina cacciato da Corleone dal consiglio comunale: cittadino indesiderato, appello del sindaco
Salvuccio Riina, figlio del boss Totò, è un cittadino indesiderato per Corleone: approvato l'allontanamento
Non c’è pace per Giuseppe Salvatore Riina, per tutti Salvuccio, figlio del boss Totò Riina. Il sindaco di Corleone e il consiglio Comunale hanno infatti approvato all’unanimità l’allontanamento dal paese di Riina jr, considerato un cittadino indesiderato.
Corleone caccia via Riina jr
Rientrato in paese appena un mese fa, Giuseppe Salvatore Riina potrebbe essere costretto presto a fare nuovamente le valigie. Il figlio del boss deceduto nel novembre 2017 a Parma, infatti, non è un cittadino desiderato a Corleone.
A sottolinearlo è stato il consiglio Comunale del paese del Palermitano che ha approvato all’unanimità l’allontanamento di Salvuccio da Corleone. L’ordine del giorno e il verbale della seduta saranno inviati al prefetto di Palermo, alla commissione antimafia della Regione Siciliana, al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Interno per rendere effettivo il provvedimento.
La richiesta del sindaco di Corleone
A Riina jr viene data la colpa di non aver mai preso le distanze dall’operato del padre e da Cosa Nostra. “Corleone vuole smarcarsi definitivamente da un passato di mafia e malaffare, anche allontanando concittadini sgraditi, come ‘Salvuccio’ Riina, che non ha mai preso le distanze dalle azioni spregevoli del padre Totò” ha detto il sindaco Nicolosi.
Il primo cittadino di Corleone ha quindi specificato che Riina e la sua famiglia hanno “provocato alla città un danno d’immagine grave e difficile da recuperare”. Ecco quindi che il sindaco ha richiesto il “celere allontanamento” del figlio del boss, con la speranza che il provvedimento possa diventare presto effettivo.
L’accusa a Riina jr
Ma Nicolosi, oltre a portare in Comune l’ordine del giorno per l’allontanamento del figlio del boss, ha puntato il dito contro Riina jr. In una recente intervista a La Repubblica, infatti, il primo cittadino di Corleone ha spiegato che il ritorno del rampollo del capo dei capi è sgradito e sa di minaccia per il paese.
“Nel precedente decreto di scioglimento del Comune, intervenuto sei anni fa, si faceva riferimento ai rapporti fra alcuni personaggi della città e il giovane Riina. E allora il rampollo del boss non era residente a Corleone” ha ricordato, esplicitando poi i suoi timori: “Mi chiedo cosa potrebbe succedere oggi, a sei mesi dal voto”.