Salvini e i voli di Stato: la decisione della Corte dei Conti
La parola sui voli di Stato di Matteo Salvini passa ora ai magistrati della Procura di Roma
La Procura regionale della Corte dei Conti ha disposto l’archiviazione del procedimento riguardante il presunto uso indebito di 35 voli di Stato da parte dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma ha trasmesso gli atti ai colleghi del penale.
Dopo le indagini sugli spostamenti dell’ex ministro dell’Interno, come riporta il “Corriere della Sera”, la Corte dei Conti è giunta alla conclusione che si è trattato di un uso “illegittimo” dei mezzi che, teoricamente, sarebbero utilizzabili solo per alti fini istituzionali e non per ordinari spostamenti. Nel provvedimento della Corte dei Conti si cita la normativa vigente che prevede come i voli di Stato debbano “essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Corte costituzionale, salvo eccezioni che debbono essere specificamente autorizzate”.
Quei voli hanno rappresentato per Matteo Salvini un vantaggio, anche se, nel merito, non c’è stato un vero e proprio spreco per le casse pubbliche. Secondo un’inchiesta di Repubblica, quei voli di stato non vennero usati per fini istituzionali ma per raggiungere luoghi di comizi elettorali.
“Ha risposto la polizia di Stato. È tutto regolare”, ha risposto Matteo Salvini a una domanda sulla notizia dell’archiviazione.
La scorsa primavera, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza aveva fatto sapere che Salvini, “negli undici mesi di permanenza al Viminale, ha utilizzato gli aerei della Polizia di Stato per 19 tratte, per la durata media di un’ora, che fanno riferimento a 10 giorni”. Il Viminale aveva fornito la specifica di tutti e 45 i voli dell’allora ministro: per 19 volte, Salvini ha volato su aerei della polizia, per 22 su quelli del 31/o Stormo dell’Aeronautica Militare e per due volte (Roma-Tripoli andata e ritorno) su un C27J militare.
Ora la parola passa ai magistrati della Procura di Roma, che dovranno verificare se sono stati commessi altri reati.