Diffamò Salvini: la reazione di Don Giorgio alla condanna
Il sacerdote querelato da Matteo Salvini ha lanciato un'accusa al leader della Lega
Don Giorgio De Capitani, il sacerdote condannato al pagamento di 7.500 euro e al risarcimento di 7mila euro per il danno di diffamazione, ha commentato la sentenza sul proprio sito. Il prete 81enne era stato querelato dal leader della Lega Matteo Salvini.
“Condannatemi ancora nei tribunali uscirò sempre a testa alta, ‘onorato’ di aver dato per lo meno fastidio al potere, e di aver suscitato qualche allarme tra la massa che pensa solo a campare”, ha scritto Don Giorgio.”Spezzatemi pure ma non mi piegherò!“.
“I miei difensori hanno evidenziato che Salvini ha detto il falso sotto giuramento“, ha spiegato il sacerdote sottolineando che “hanno evidenziato che mi ha accusato di un reato grave, sapendo bene che non avevo istigato nessuno ad ucciderlo”.
“Né le querele né le condanne mi frenano”, ha detto l’ex parroco di Monete di Rovagnate (Lecco), “anzi servono a stimolarmi con maggiore determinazione”.
“Più gli ostacoli sono tosti, le difficoltà sembrano insormontabili, la politica partitica fuoriesce di strada assumendo personalismi populisti da farmi inorridire, più tiro fuori dal mio essere interiore l’energia che ritengo la ‘migliore’, anche se può assumere talora nel linguaggio toni e vocaboli poco ortodossi alle orecchie dell’opinione pubblica”.
“Non lotto solo contro un sistema politico corrotto o poco consono al perseguimento del Bene comune”, ha aggiunto, “ma vorrei che il mio lottare servisse anche per risvegliare la coscienza di qualcuno tra la massa ‘dormiente'”.
“Ho più di 80 anni e per me sarebbe per lo meno da sciocco cedere ora“, ha concluso, “riponendo le ‘armi’ e lasciando perciò via libera ai prepotenti”.