Saipem e la novergese Subsea 7 verso la fusione: in arrivo un nuovo colosso energetico da 18 miliardi
Se la fusione tra Saipem e la norvegese Subsea 7 andasse a buon fine, nascerà un nuovo colosso dell’energia
Dopo il tentativo naufragato del 2019, Saipem ritenta la fusione con Subsea 7, società dell’energia con base in Norvegia. Dall’unione tra le due società potrebbe nascere un colosso del valore complessivo di oltre 18 miliardi. Il via libera definitivo spetta ai Consigli di amministrazione dei due principali azionisti Saipem: Eni e Cassa depositi e prestiti.
Possibile fusione tra Saipem e Subsea 7
Il quotidiano Repubblica rivela in anteprima la riunione straordinaria dei Consigli di amministrazione di Eni e Cassa depositi e prestiti.
Al vaglio, la possibile fusione tra Saipem e la norvegese Subsea 7, già precedentemente discussa nel 2019 e ormai sempre più vicina.
Fonte foto: ANSA
Il nuovo gruppo che ne nascerebbe vanterebbe un fatturato di oltre 18 miliardi.
Si tratterebbe di un colosso dei servizi oil&gas con presidio anche nei nuovi business della transizione energetica e nelle rinnovabili.
La fusione sarebbe alla pari, in quanto le due società sono quotate in Borsa con capitalizzazioni pressocché identiche.
La società frutto della fusione vedrebbe una percentuale di oltre il 16% in mano agli azionisti italiani – l’11% a Eni e il 6% circa a Cdp.
Cosa fa la norvegese Subsea 7
Subsea 7 è una società norvegese quotata in Borsa e specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti offshore.
I principali azionisti sono il blocco societario di Kristian Siem, che ne detiane il 23,9%, e il fondo pensionistico Folketrygdfondet (9,5%).
Nel 2023 Subsea 7 aveva già iniziato un accordo di collaborazione commerciale per progetti eolici offshore con Saipem.
Per gli analisti finanziari, la fusione porterebbe, oltre a fruttuose sinergie tra le due flotte, anche a significative riduzioni dei costi con conseguenti miglioramenti dei margini.
Saipem fuori dalla crisi
La fusione con Subsea 7 segnerebbe per Saipem l’uscita definitiva dalla crisi vissuta negli ultimi anni.
Nel 2021, l’ex amministratore delegato Francesco Caio annunciò un profit warning con perdite raddoppiate in un anno.
L’ad fu sostituito dall’ex manager Eni, Alessandro Puliti, che ha saputo imprimere una nuova direzione alla società.
Il nuovo piano industriale per il 2024-2027 prevedere circa 50 miliardi di nuovi ordini, un tasso di crescita annuo del 5% e un margine operativo lordo del 12% nel 2027.
