Roma, sparò dal balcone a bimba rom: la richiesta
Il dipendente del Senato in pensione ha proposto un risarcimento giudicato "insufficiente"
Marco Arezio, il dipendente del Senato in pensione che sparò dal balcone di casa a una bimba rom il 17 luglio 2018, ha chiesto di patteggiare. L’uomo aveva usato un fucile ad aria compressa modificato e aveva ferito la piccola di 13 mesi con gravi conseguenze sulla sua possibilità di camminare. La procura non ha ancora risposto alla proposta di patteggiamento avanzata dal legale, come riporta il Corriere della Sera, accusato di violazione della legge sul controllo delle armi e lesioni dolose.
Il risarcimento danni e la pena da scontare
Il pm Roberta Capponi non ha ancora dato un parere favorevole per via della cifra offerta da Arezio per il risarcimento danni. L’ex impiegato del Senato, infatti, si è impegnato a versare 150mila euro subito e il resto in 28 rate da 2.500 euro, per un totale di 220mila euro. Secondo la procura si tratta di una somma insufficiente.
Sulla quantificazione della pena, inoltre, il pm non ha sciolto le risorse. Una volta raggiunto l’accordo sul risarcimento, il pm passerà al vaglio il secondo aspetto. Anche se l’accusa e la difesa raggiungeranno un accordo, sarà il gup Anna Maria Gavoni a esaminarlo e, eventualmente, a respingerlo.
Le condizioni di salute della bimba
Cirasela, la bambina raggiunta dal colpo di fucile, oggi ha 28 mesi e gattona con difficoltà per via della protesi che deve utilizzare. L’avvocato Claudio Marcone, legale dei genitori della piccola, ha depositato una consulenza del professor Luigi Cipolloni per un’invalidità permanente del 55%.
Il legale di Arezio, l’avvocato Paolo Nesta, ha presentato invece un’altra consulenza che attesta un’invalidità tra il 15 e il 18%, prospettando solo “una lieve zoppia” in età adulta.