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Rodrigo Duterte ex presidente delle Filippine arrestato in aeroporto: "Sarei felice di massacrarli"

Rodrigo Duterte, ex presidente Filippine, è stato arrestato all'aeroporto di Manila su mandato della Corte penale internazionale

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Rodrigo Duterte, ex presidente delle Filippine, è stato arrestato all’aeroporto di Manila su mandato della Corte penale internazionale (Cpi) in quanto si ritiene che si sia macchiato di crimini contro l’umanità durante la sua cosiddetta “guerra alla droga“. Le organizzazioni per i diritti umani stimano che migliaia di cittadini siano morti per mano della polizia e di gruppi di vigilanti senza che sia stato dimostrato che facessero parte di gruppi legati al business illecito degli stupefacenti.

Arrestato a Manila Rodrigo Duterte, ex presidente Filippine

La Corte penale internazionale ha aperto un’indagine sulla campagna antidroga promossa da Duterte a partire dal 2016. I fatti emersi hanno portato all’arresto dell’ex presidente.

“Questa mattina presto, l’Interpol Manila ha ricevuto la copia ufficiale del mandato di arresto emesso dalla Cpi”, ha affermato la presidenza in una nota. “Attualmente è in detenzione. L’ex presidente e il suo entourage godono di buona salute e sono esaminati dai medici”.

Rodrigo Duterte in manetteFonte foto: ANSA
Rodrigo Duterte

Duterte, che continua a godere di ampia popolarità nelle Filippine, è finito in manette mentre stava tornando da un breve viaggio a Hong Kong dove domenica, parlando davanti a migliaia di lavoratori filippini, aveva definito gli investigatori della Cpi “figli di p…”, aggiungendo però che “avrebbe accettato” l’arresto, qualora fosse scattato.

La Cpi stima tra le 12 mila e le 30 mila morti

Le Filippine hanno lasciato la Cpi nel 2019 proprio su ordine di Duterte, ma il tribunale con sede a L’Aia ha spiegato che può mantenere la giurisdizione sugli omicidi avvenuti prima del ritiro del Paese, così come sugli omicidi compiuti nella città di Davao, quando l’ex presidente ne era sindaco.

I dati ufficiali divulgati dalle Filippine raccontano di più di 6.000 persone uccise nelle operazioni antidroga sotto la presidenza di Duterte. I procuratori della Corte penale internazionale sono invece convinti che le morti siano molte di più, tra le 12.000 e le 30.000.

Le frasi violente di Duterte: “Sarei felice di massacrare i tossicodipendenti”

Duterte è stato il 16º Presidente della Repubblica delle Filippine dal 30 giugno 2016 al 30 giugno 2022. Fin dall’inizio del suo mandato ha iniziato la cosiddetta “guerra alla droga” a livello nazionale, che ha portato ad un aumento considerevole delle uccisioni extragiudiziarie nel Paese.

In diverse occasioni ha rilasciato dichiarazioni crude e violente. “Se conoscete dei tossicodipendenti, uccideteli voi stessi, perché farli uccidere dai loro genitori sarebbe troppo doloroso”, aveva detto poche ore dopo il giuramento come presidente.

Qualche mese più tardi, ad agosto 2016, un altro proclamo: “Questa campagna spara-uccidi rimarrà fino all’ultimo giorno del mio mandato. Non mi interessano i diritti umani, credetemi”.

E ancora, nel settembre dello stesso anno, affermava “sarei felice di massacrarli”, in riferimento ai tossicodipendenti. A novembre 2016 s’infurio con la Cpi che lo aveva ammonito severamente: “Volete spaventarmi minacciando di farmi sbattere in prigione? Corte penale internazionale? Stro**ate”.

“Non me ne frega niente di essere perseguito dalla Cpi – aggiungeva -. Faccia pure. Sarebbe un piacere andare in prigione per il mio Paese. Sarebbe un grande onore per me, anche se non mi faranno diventare un eroe, morire per il mio Paese”.

rodrigo-duterte-ex-presidente-filippine-arresto Fonte foto: ANSA
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