Roberto Vannacci su Benito Mussolini: "Uno statista? Confermo", e parla anche di Stalin e della X Mas
Benito Mussolini era uno "statista", secondo Roberto Vannacci: "Lo era anche Stalin, significa 'uomo o donna di Stato", poi chiarisce sulla "Decima"
Roberto Vannacci a ‘L’aria che tira’ anima il dibattito sulla politica e sulla campagna elettorale in vista delle elezioni europee, e lo fa con Benito Mussolini. Il conduttore David Parenzo lo ha incalzato e lo ha fatto parlare di storia, mettendolo di fronte ai personaggi più influenti della politica italiana degli ultimi 100 anni. Oltre a Giovanni Giolitti, Aldo Moro, Silvio Berlusconi e Alcide De Gaspari, nel collage proiettato sullo schermo c’era anche il volto del Duce.
- Mussolini uno statista, secondo Vannacci
- Il chiarimento sulla "Decima"
- L'ironia di Checco Zalone e la canzone Generale di De Gregori
Mussolini uno statista, secondo Vannacci
Al “confermo” pronunciato da Roberto Vannacci in risposta alla domanda: “Mussolini era uno statista?” è partito il dibattito. David Parenzo lo ha invitato a definire meglio la sua risposta, dunque il generale ha detto: “La definizione di statista non è un palmares: è uomo di Stato chiunque abbia avuto un ruolo, uomo o donna di Stato“.
Non è mancato il momento in cui David Parenzo lo ha invitato a considerare il fascismo un crimine e a condannarlo, quindi Vannacci – candidato alle europee in quota Lega – non si è scomposto: “Lo ha già condannato la storia, perché devo condannare qualcosa di 80 anni fa?”.
Roberto Vannacci a ‘L’aria che tira’ ha definito Benito Mussolini uno statista, e ha precisato: “Non è un palmares, significa uomo o donna di Stato”
In seguito Roberto Vannacci ha continuato: “Perché non mi chiede di condannare Napoleone?”. David Parenzo ha risposto: “Napoleone era in Francia, non in Italia”.
“D’accordo, allora perché non mi chiede di condannare l’impero romano?”, ha continuato. Il conduttore ha replicato: “Che c’entra l’impero romano? Non ha un impatto sul mondo di oggi?”. “Tutto ha un impatto”, ha concluso il generale, che non ha risparmiato Stalin: “Anche lui era uno statista”.
Il chiarimento sulla “Decima”
Vannacci si è presentato in studio con una maglietta che mostrava la sua versione stilizzata sormontata dalla scritta: “Metti una Decima“, una chiara risposta alle polemiche esplose dopo lo spot elettorale della Lega per le europee, nel quale il generale ha usato la parola “Decima” per indicare la “x” da mettere sulla scheda elettorale.
Per l’opposizione, il gesto e le parole di Vannacci sarebbero un chiaro riferimento alla X Mas della Repubblica Sociale Italiana. Il generale è tornato sull’argomento nello studio di La7: “Io non capisco perché qualcuno si arroga il diritto di dire che io mi riferisco alla Decima post occupazione“. Poi chiarisce, ancora una volta, che il suo piuttosto sarebbe un riferimento alla flottiglia pre-8 settembre 1943, dunque ancora braccio armato del Regno d’Italia.
L’ironia di Checco Zalone e la canzone Generale di De Gregori
Il generale Roberto Vannacci fa inevitabilmente parlare di sé dalla pubblicazione del suo libro ‘Il mondo al contrario’. Oggi, con un’attività sempre più presente in politica, ha attirato la curiosità di Checco Zalone che sta tenendo degli spettacolo insieme a Francesco De Gregori.
Il 1° giugno la Lega, durante un comizio elettorale, ha salutato il generale con la canzone iconica di Francesco De Gregori. L’iniziativa non è passata inosservata, e mentre il cantautore non ha proferito parola sulla notizia, il comico pugliese dalle Terme di Caracalla ha ironizzato: “Io gli avrei dato la mia ‘Immigrato’ gratis, invece ha usato ‘Generale’ e l’ha pure pagata”.