Roberto Vannacci indagato per istigazione all'odio dalla Procura di Roma per il suo libro: cosa rischia
Il generale Roberto Vannacci, per il suo libro, Il mondo al contrario, è indagato dalla procura di Roma per istigazione all'odio
Il generale dell’Esercito, Roberto Vannacci, è indagato dalla procura di Roma in relazione ad alcune affermazioni che compaiono nel suo libro “Il mondo al contrario”.
Nei suoi confronti viene contestato il reato di istigazione all’odio razziale. Il fascicolo è stato avviato dai pm di piazzale Clodio dopo le denunce presentate nelle scorse settimane da alcune associazioni.
- Legale di Vannacci: "Nessuna istigazione all'odio, ma solo alla riflessione"
- Vannacci indagato per istigazione all'odio, cosa rischia secondo il codice penale
- La nota della Lega
- Vannacci e l'inchiesta per truffa e peculato
Legale di Vannacci: “Nessuna istigazione all’odio, ma solo alla riflessione”
“L’unica istigazione fatta è alla riflessione e alla lettura. Nessuna istigazione all’odio”. Così l’avvocato Giorgio Carta, legale del generale Vannacci, commentando l’iscrizione del suo assistito nel registro degli indagati a Roma.
Carta, in battuta, ha aggiunto: “Anche Galileo Galilei è stato processato per le sue idee ma 300 anni dopo è stato ‘assolto’. Speriamo, per dati anagrafici, di risolvere questa vicenda prima”.
Vannacci indagato per istigazione all’odio, cosa rischia secondo il codice penale
L’articolo 604 bis del codice penale spiega cosa rischia chi si macchia del reato di “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Oppure è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Il codice penale ricorda inoltre che è vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.
Si applica la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale.
La nota della Lega
“Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”, la nota della Lega dopo la notizia dell’indagine su Roberto Vannacci per i contenuti del suo libro.
Vannacci e l’inchiesta per truffa e peculato
Roberto Vannacci è anche sotto inchiesta per truffa e peculato. Lo ha riferito nella mattinata di sabato 24 febbraio il Corriere della Sera, Il generale ha commentato la notizia, dicendosi “sereno”. L’indagine riguarda il periodo in cui Vannacci ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca.