Roberto Marcato, leghista nella bufera per un post su Gino Strada
Ad attaccare il leghista Roberto Marcato è l'ala estremista della destra: "Meglio un giorno da leoni che cento da Marcato"
Finito nella bufera per via di alcuni post di commemorazione per la morte di Gino Strada, l’assessore leghista Roberto Marcato è stato anche citato da uno striscione apparso sulle ringhiere del vecchio stadio Appiani di Padova: “Meglio un giorno da leoni che cento da Marcato”, si legge con una grafica neofascista.
“Ha sorpreso anche me – ha dichiarato Marcato al Corriere della Sera – perché la prima cosa che ho pensato è: ma se ne sono accorti adesso?. Io mi sono iscritto alla Lega nel 1992, senza mai aver avuto un’altra tessera in tasca prima, perché era autonomista, nordista o meglio venetista, e antifascista. In questo stava la vera rivoluzione di Bossi: essere oltre la destra e la sinistra, post-ideologico, non comunista ma di sicuro neppure fascista”.
“Quello della Lega ‘di destra’ è un cortocircuito tutto italiano, dettato probabilmente dalle nostre posizioni nette, giustissime, sulla sicurezza e l’immigrazione – ha poi spiegato Marcato -. Ma che c’entriamo noi col fascismo, il centralismo, il culto di Roma, il nazionalismo? Assolutamente nulla”.
Anche il governatore del Veneto Luca Zaia, d’altra parte, ha preso le distanze dai ommenti piovuti da destra sul suo profilo dopo il cordoglio per Gino Strada.
“Noi siamo alternativi alla proposta politica di Fdi – ha spiegato Marcato rispetto alla linea del partito di Giorgia Meloni – se uno ha certe idee, meglio vada lì o cerchi altri lidi, nella Lega non c’è posto“.