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Rischio caldo record con il fenomeno El Niño: quanto potrebbe durare e quali potrebbero essere le conseguenze

È arrivato l’annuncio della Wmo: dopo sette anni è tornato El Niño, e la temperatura del Pacifico ricomincia a salire, minacciando un calore da record

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A distanza di sette anni dall’ultima volta, è tornato El Niño, il fenomeno climatico in seguito al quale le acque del Pacifico si riscaldano. Questa volta però, come annunciato dalla Wmo, i record di temperatura potrebbero essere battuti.

Il ritorno di El Niño

“L’arrivo del Niño aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani”. Lo ha detto Petteri Taalas, meteorologo finlandese e segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (la World Meteorological Organization, Wmo).

Proprio la Wmo, nella giornata di oggi, martedì 4 luglio, ha rilasciato un comunicato con il quale ha annunciato il ritorno de El Niño, il fenomeno climatico periodico strettamente collegato all’innalzamento delle temperature in buona parte dell’Oceano Pacifico.

Rischio caldo record con il fenomeno El Niño: quanto potrebbe durare e quali potrebbero essere le conseguenzeFonte foto: ANSA

“Le condizioni di El Niño si sono sviluppate nel Pacifico tropicale per la prima volta in sette anni, ponendo le basi per un probabile aumento delle temperature globali e condizioni meteorologiche e climatiche dirompenti”. Con queste parole inizia il comunicato della Wmo, che definisce l’inizio del fenomeno a distanza di sette anni dall’ultima volta.

L’aumento delle temperature

Secondo le previsioni dell’Organizzazione, il fenomeno del Niño dovrebbe raggiungere un’intensità “moderata”, ma nonostante ciò il semplice inizio dell’evento “aumenterà notevolmente la probabilità di battere i record di temperatura e innescare un calore più estremo in molte parti del mondo e nell’oceano”.

Un comunicato che non ha come unica intenzione quella di condividere un’informazione scientifica, ma anche, come chiarito dal segretario Taalas, quella di lanciare un “segnale ai governi di tutto il mondo di mobilitare i preparativi per limitare gli impatti sulla nostra salute, sui nostri ecosistemi e sulle nostre economie”.

Fondamentali sono difatti gli “allarmi precoci e l’azione preventiva di eventi meteorologici estremi associati a questo importante fenomeno climatico […] per salvare vite”. E le temperature in arrivo, come ricorda Taalas, sono un ulteriore segnale “che non stiamo ancora andando nella giusta direzione per limitare il riscaldamento entro gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015 progettati per ridurre sostanzialmente gli impatti dei cambiamenti climatici”.

Che cos’è El Niño

Quello noto con il tenero nome di “El Niño” è in realtà un fenomeno meteorologico molto intenso, che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale (il Sud America).

È un fenomeno periodico, che si verifica ad intervalli statisticamente variabile fra i due e i sette anni, e che può durare da 9 a 12 mesi.

La sua formazione è solitamente associata a numerosi fenomeni meteorologici, come intense precipitazioni e tornado sull’America centro-meridionale, violenti uragani sull’intero Pacifico meridionale e in Australia settentrionale e, di contro, può causare periodi di siccità dall’Africa centro-occidentale fino all’Indonesia. Inoltre, d’estate El Niño alimenta gli uragani nel Pacifico centro-orientale e li ostacola sull’Atlantico.

caldo Fonte foto: ANSA
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