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Riccione, sorelle travolte dal treno: i punti oscuri e le parole della madre Tatiana

Il dolore della madre di Giulia e Alessia, rientrata da Bacau. Il padre Vittorio non si dà pace

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Dolore e punti oscuri. La morte di Giulia e Alessia, le due sorelle di 16 e 14 anni travolte e uccise domenica mattina da un Frecciarossa sul binario 1 della stazione di Riccione, ha lasciato un vuoto incolmabile nei genitori. “Tante domande che rimarranno senza risposta. Erano due ragazze molto responsabili, non mi spiego” questa tragedia dice piangendo la mamma delle due ragazze, Tatiana, di origini rumene, separata dal marito Vittorio da circa un anno.

La madre: “Non ci sono parole per descrivere ciò che ho nel cuore”

La donna, come riferisce Il Corriere della Sera, è rientrata ieri mattina, assieme a sua madre, da Bacau, dopo aver preso il primo volo disponibile. Le sue riflessioni e sensazioni le fa trapelare per bocca del sindaco Carlo Gubellini, che ha spiegato che Tatiana è distrutta da un “dolore immenso”.

“Credo che le parole non possano descrivere ciò che provo dentro al cuore”, ha confidato la mamma. Nel frattempo, Gubellini, “per volontà della famiglia”, ha deciso che i funerali siano aperti. “Vittorio e Tatiana ci tengono, sanno bene quanto Giulia e Alessia fossero benvolute, sanno bene che l’intera Castenaso è attonita, sgomenta e in lacrime per la loro perdita”, ha spiegato il primo cittadino. “Sono in contatto con la Procura: quando riconsegneranno le salme fisseremo il giorno al più presto”, ha aggiunto in merito alla data della cerimonia funebre.

Riccione, dramma sorelle.Fonte foto: ANSA
Il treno che ha investito le due sorelle

Il dolore di papà Vittorio

Papà Vittorio continua a non darsi pace. “Io non volevo che andassero in discoteca sabato sera. Ma loro hanno insistito, insistito… Mi hanno preso per sfinimento. E alla fine ho ceduto, ho detto sì…”, ha confidato l’uomo a uno dei suoi amici più stretti che è andato a fargli visita nelle scorse ore nella sua villa a Castenaso, a 10 minuti da Bologna.

“Vittorio è un uomo distrutto, non si dà pace – ha spiegato l’amico di Vittorio ad alcuni giornalisti che lo hanno intercettato -. Ha detto solo che sabato sera si sentiva molto stanco… Forse anche per questo le ragazze sono riuscite a convincerlo”. Vittorio, dopo aver dato l’ok alle figlie per andare a ballare, avrebbe imposto una condizione sine qua non: “Giulia, Alessia, vi vengo io a prendere a Riccione. E su questo non si discute”.

La ricostruzione della vicenda

Non è andata così. Gli agenti della Polfer dell’Emilia-Romagna hanno ricostruito i fatti. Alessia, intorno alle sei del mattino, chiama il padre con il cellulare di un ventiquattrenne conosciuto poco prima fuori dal Peter Pan, uno dei locali più noti della Riviera. Quello stesso ventiquattrenne accompagna le due sorelle in stazione.

Vittorio risponde, preoccupato. Quel numero non lo ha in memoria. Sente la voce della figlia e tira un sospiro di sollievo. “Tranquillo papà. Il mio cellulare è scarico, a Giulia lo hanno rubato. Va tutto bene, stiamo andando in stazione e torniamo a casa”, dice Alessia. A casa non ci arriverà mai. Di li a poco sarà travolta da un treno, assieme alla sorella.

Le testimonianze

I macchinisti vedono le ragazze tra i binari. Cercano di fermare il treno, ma ormai è tardi. La tragedia si consuma in 12 secondi. Ma perché le due giovani si trovavano tra le rotaie? Un punto oscuro che forse non troverà mai risposta. Sbadataggine? Stanchezza? Poca lucidità?

Un testimone ha raccontato di aver visto la sedicenne, Giulia, sui binari mentre guardava il Frecciarossa andarle incontro. Altri hanno riferito che la ragazza stava guardando dall’altro lato. E Alessia? Perché anche lei era sui binari? Forse per avvertire la sorella del pericolo, forse perché stava attraversando con lei incautamente i binari. Troppi forse, troppi punti oscuri. Una certezza invece tanto granitica quanto cruda: le due sorelle non ci sono più.

riccione-sorelle-travolte Fonte foto: ANSA
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