Renzi e il dirigente dei servizi segreti in autogrill: la replica
Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva, è stato al centro di uno scoop di Report su un incontro in autogrill con un dirigente del Dis
La trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci su Rai 3, ha mostrato alcune immagini di un “misterioso incontro” tra Matteo Renzi e l’agente segreto e dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Marco Mancini, avvenuto in un autogrill durante il periodo della crisi di governo dell’esecutivo Conte bis, innescata proprio dal leader di Italia Viva. Il servizio, a cura di Giorgio Mottola e Danilo Procaccianti, ha spinto il politico di Rignano sull’Arno a spiegare i dettagli di quella riunione in un luogo così poco istituzionale.
“Più mi attaccano con fake news e follie, più mi viene voglia di continuare a lottare“, ha scritto l’ex presidente del Consiglio su Twitter durante la messa in onda del video. In un’intervista rilasciata il 30 aprile alla trasmissione, lo stesso Renzi ha spiegato che “il governo Conte bis non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti all’autogrill. Semplicemente Mario Draghi è meglio di Giusteppe Conte, e l’Italia oggi è più credibile. Tutto qui, si chiama politica“.
“Marco Mancini è uno dei dirigenti dei servizi segreti con cui ho avuto incontri riservati. Penso di averlo visto anche all’autogrill. Se si fa riferimento al fatto che io lo abbia visto a dicembre in autogrill, assolutamente sì”. Tutto vero quindi, “a meno che non si voglia sostenere che l’incontro all’autogrill fosse riservato” visto che “ci sono pure le telecamere“, ha dichiarato.
“Mi pare di ricordare che questo video sia di dicembre o gennaio, e mi colpisce molto perché io dovevo incontrare Marco Mancini in Senato, ma me ne ero dimenticato, ci siamo sentiti mentre io ero già in viaggio verso Firenze, e lui mi ha raggiunto all’autogrill a Fiano Romano. È molto strano che ci fosse qualcuno a riprendere questo video”, ha sottolineato.
I due non avrebbero parlato di nomine. “Il dottor Mancini aveva un ottimo rapporto con il presidente Conte. Quindi sulle nomine bisogna parlarne con Conte. Anche perché io sulle nomine dei servizi non ho mai messo bocca da un giorno specifico, ovvero il 4 dicembre 2016, quando ho perso il referendum e mi sono dimesso. Chi decide è il presidente del Consiglio. Quindi da allora mai messo bocca, ho solo chiesto al presidente Conte di lasciare il ruolo di autorità delegata“.
Matteo Renzi si è chiesto dunque “chi ha fatto il video chi stava seguendo, il dottor Mancini o me?”.
Renzi e il capo dei servizi segreti in autogrill: i dubbi sulla Rai
Non solo il leader di Italia Viva. Anche Report è finito al centro della bufera. La Rai è stata accusata di aver pagato 45 mila euro per realizzare un servizio sull’ex premier. “C’è un’interrogazione parlamentare su questo, e quando ci sarà la risposta del ministro dell’Economia vedremo se, come io penso e spero, sia uno di quei tanti dossier che vengono mandati e non sono veri”.
“Spero che una trasmissione così importante della Rai non paghi qualcuno per dire falsità. La Rai la pago anche io del resto. Io non ci credo. Non ho alcuno dubbio che il vostro comportamento sia cristallino. Io comunque il dossier non l’ho visto”, ha dichiarato.
Renzi e i rapporti con l’Arabia Saudita: il nuovo chiarimento
Tra i vari argomenti di cui ha parlato a Report, anche il compenso da circa 33 mila euro per la conferenza in Arabia Saudita, consegnati non a lui direttamente ma a una società. “I soldi non fanno un giro strano. Non c’è niente di strano. È molto simpatico cercare di fare immaginare che ci sia sempre qualcosa sotto, ma quando si fanno le conferenze tutto è trasparente. Tra l’altro il reddito dei politici è pubblico”.
“Questi soldi sono trasparenti? Sì. Sono tracciati? Sì. Sono denari che vengono formalmente dichiarati alle autorità competenti. Non c’è niente di strano. I politici devono dichiarare tutti i denari che incassano, tutte le priorità, tutti i movimenti bancari significativi. È tutto trasparente”, ha sottolineato.
In quel caso ci fu una segnalazione di operazione sospetta. “Si fa sempre per i politici, ed è un bene. Io la farei anche per i giornalisti. Quando ci sono operazioni superiori a diecimila euro scatta in automatico la segnalazione di operazione sospetta”, ha concluso Matteo Renzi.