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Renzo Arbore ricorda Raffaella Carrà: un "mito" che piaceva a tutti

Renzo Arbore ricorda l'amicizia con Raffaella Carrà, spiegando cosa l'artista ha rappresentato per la cultura italiana

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Adesso è una parola abusata”, ma “lei era davvero un mito, anche nel suo essere avara di televisione. Per lei fare bella figura era un impegno, e lei era quella che faceva fare bella figura alla televisione italiana”. Così Renzo Arbore, suo grande amico, parla al Corriere della Sera di Raffaella Carrà, la regina della tv italiana che si è spenta ieri all’età di 78 anni.

Arbore rivela di essere rimasto traumatizzato dalla notizia: “Avevo parlato in mattinata con Renato Zero che mi chiedeva come mai Raffaella non fosse all’Argentario, allora ho sentito Barbarina Boncompagni per avere notizie. Poi è arrivato questo annuncio a bruciapelo, siamo tutti rimasti traumatizzati“.

Il grande artista ricorda le tante serate trascorse in compagnia di Raffaella Carrà e Mariangela Melato a casa di Gianni Boncompagni, “quando con le telecamerine noi facevamo i cretini e lei rideva tanto; Gianni aveva la fissazione dell’elettronica, ogni telecamera serviva per improvvisare show balordi a casa sua”.

La Carrà per Arbore era un’amica “compagnona, ridanciana, molto ridanciana. E anche il rapporto con Gianni si basava su questo: si rideva tanto”.

“Gianni e Raffaella, io e Mariangela – ricorda – abbiamo vissuto un periodo artisticamente meraviglioso, perché si cercava di fare un prodotto raffinato che coniugasse qualità e gusto; anche se leggero era un prodotto veramente artistico”.

“Era una tv evergreen, sempreverde. Le performance, le canzoni, le scenette di Raffaella le abbiamo viste tante volte eppure – aggiunge – ci emozioniamo ancora adesso”.

Raffaella Carrà “ha rappresentato la bella televisione inventata dalla Rai; con Bernabei prima e Agnes dopo, la Rai aveva messo in piedi la più bella televisione di intrattenimento del mondo. E noi non ce ne rendevamo conto. Incensavamo la Bbc, Letterman, la grande tv americana”.

“La tv di Raffaella, di Corrado, di Mina, di Falqui, di Sacerdote e Trapani, quella era la tv più bella del mondo perché era fatta per rallegrare ma anche per educare: educare rallegrando, che cosa meravigliosa”.

“Raffaella – afferma Arbore – è stata un’antidiva che ha creato un modello tutto suo, straordinario, che piaceva alla persona colta e quella semplice. Adesso o sei popolare e piaci a un pubblico dai gusti facili; oppure piaci a un pubblico ricercato”.

“Lei – ricorda – aveva la capacità di piacere a tutti, dall’uomo della strada agli intellettuali, spopolava tra i gay. Non ho mai sentito parlare male di Raffaella. E nemmeno la critica lo ha fatto, nessuno scriveva: è la solita Carrà. Perché lei ogni volta ce la metteva tutta per inventare prodotti nuovi e originali”.

Fonte foto: ANSA
Addio a Raffaella Carrà, la regina della tv italiana

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