René Benko arrestato in Austria dopo il crac di Signa da 27 miliardi di euro: perché è indagato pure in Italia
René Benko, titolare del gruppo Signa, è stato arrestato nella sua villa a Innsbruck, in Austria. Era indagato anche in Italia
Il magnate tirolese René Benko, titolare del gruppo Signa al centro di un crac miliardario, è stato arrestato nella sua villa a Innsbruck, in Austria. L’imprenditore, 47 anni, era indagato anche in Italia: nonostante la procura generale di Trento avesse chiesto il suo arresto, Vienna aveva rifiutato di procedere. Il provvedimento, infine, è arrivato su ordine della Procura anti-corruzione della capitale austriaca, per il sospetto di aver “deviato” parte della “massa fallimentare” del suo gruppo.
- René Benko arrestato in Austria
- La Fondazione privata Laura
- Le indagini italiane
- Il crac del gruppo Signa
René Benko arrestato in Austria
La notizia dell’arresto è stata diffusa dal quotidiano Kronen Zeitung. I procedimenti giudiziari austriaci nei confronti di Benko sono molteplici: il caso più recente riguarda il presunto “utilizzo a scopi personali” di denaro destinato ai fondi Covid (oltre un milione di euro), investiti nel suo hotel Chalet N nella località di Lech am Arlberg.
Fino a questo momento solo l’Italia, attraverso la Procura di Trento, aveva chiesto l’arresto dell’uomo, indagato per una serie di operazioni nel settore immobiliare.
Fonte foto: ANSA
Il fascicolo della magistratura italiana riguarda presunte irregolarità in Trentino-Alto Adige e, oltre a Benko, sono coinvolte altre 8 persone, tra cui politici e imprenditori locali.
La Fondazione privata Laura
Secondo gli inquirenti austriaci, Benko era “il proprietario effettivo” della Fondazione privata Laura, attraverso la quale avrebbe occultato diversi beni.
Le indagini sono state portate avanti “con intercettazioni telefoniche, analisi di intelligence e dichiarazioni di partner commerciali, dirigenti e dipendenti”.
Secondo i media locali, la fondazione era gestita formalmente dalla madre dell’uomo.
Le indagini italiane
A dicembre, la guardia di finanza e i carabinieri del Ros hanno condotto – coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento – diverse perquisizioni in tutta Italia.
A seguito dell’inchiesta, relativa a presunti reati legati alla pubblica amministrazione e alla speculazione edilizia, 9 persone sono state arrestate e altre 68 risultano tuttora indagate (tra loro politici, imprenditori, amministratori e funzionari pubblici).
I soggetti coinvolti, come riportato dal Corriere della Sera, sono sospettati di far parte di un gruppo che avrebbe influenzato la pubblica amministrazione a favore di alcuni progetti immobiliari, in cambio di finanziamenti elettorali e altre agevolazioni.
Il crac del gruppo Signa
Il gruppo Signa, in passato uno dei principali player nel mercato immobiliare europeo, ha dichiarato insolvenza alla fine del 2023.
Il passivo stimato della società ammontava a circa 27 miliardi di euro.
Il fallimento ha provocato un grave crollo finanziario, con importanti ripercussioni su banche, compagnie di assicurazione e investitori sparsi tra l’Austria e la Germania.
