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Referendum in Venezuela sull'Esequibo per l'annessione: Maduro la Guyana per i pozzi di petrolio nella regione

Gli elettori in Venezuela hanno votato sì al referendum sulla Guyana per l'annessione della regione dell'Esequibo: ora c'è lo spettro di una guerra

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Con il referendum sulla Guyana di domenica 3 dicembre gli elettori in Venezuela hanno votato a favore dell’annessione al territorio nazionale dell’Esequibo, Il Governo di Nicolás Maduro ha sostenuto l’annessione con un’enorme campagna nazionalista, tra concerti, mostre fotografiche e vendita di merchandising. Allo stato attuale, non è ancora chiaro cosa succederà alla luce della vittoria del sì al referendum.

Cos’è la regione dell’Esequibo

L’Esequibo è una regione della Guyana, a est del Venezuela, rivendicata da Caracas ma controllata da Georgetown.

Si tratta di un territorio perlopiù non urbanizzato, che, però, è ricco di petrolio e di risorse naturali. Il Venezuela lo rivendica come proprio da circa 2 secoli.

guyanaFonte foto: 123RF
La Guyana, che confina con il Venezuela

Rappresenta il 70% del territorio della Guyana: nel 2015 sono stati scoperti grandi pozzi di petrolio, che ovviamente hanno attirato l’attenzione di Caracas.

Perché Maduro ha proposto il referendum

Il referendum sulla Guayana Esequiba era considerato un tentativo di Maduro di aumentare la sua popolarità in vista delle elezioni dell’anno prossimo.

Alcuni oppositori politici, come l’ex candidato alle presidenziali Henrique Capriles, hanno deciso di prendere parte al voto, mentre altri, come la vincitrice delle primarie delle opposizioni, María Corina Machado, hanno invitato a boicottare il referendum.

La Guyana, da par suo, aveva detto che non avrebbe riconosciuto i risultati del referendum. Il ministro degli Esteri del paese, Robert Persaud, aveva sottolineato che le rivendicazioni del Venezuela avevano portato “livelli di tensioni senza precedenti tra i due paesi”.

Cosa succederà ora tra Venezuela e Guyana

Il referendum sulla Guayana Esequiba proponeva di creare nella regione uno stato venezuelano da includere nel territorio del paese, e di estendere la cittadinanza venezuelana agli abitanti di quest’area, senza il consenso della Guyana.

Inoltre, proponeva di opporsi con ogni mezzo alla “pretesa” della Guyana di “disporre unilateralmente di un mare ancora da delimitare, illegalmente e in violazione del diritto internazionale” e di togliere alla Corte Internazionale di Giustizia la giurisdizione sulle dispute territoriali alla Guayana Esequiba.

Secondo i dati del Centro Elettorale Nazionale (CNE), al termine del referendum ha vinto il sì con oltre il 90% dei voti. L’affluenza è stata vicina al 50%.

Si attende di capire cosa succederà ora: ‘Il Giornale’ sottolinea che c’è lo spettro di una guerra e riporta le parole pronunciate dal presidente guyanese Irfaan Ali prima del referendum: “Non abbiamo nulla da temere nei prossimi giorni e mesi. Il nostro governo ha fatto un grande lavoro per mobilitare un sostegno internazionale a nostro favore. La nostra vigilanza sarà rafforzata, per cui stiamo lavorando 24 ore su 24 per garantire che i nostri confini rimangano intatti e che le persone e il nostro Paese restino al sicuro”.

Questo, invece,  il commento di Maduro al voto: “La vittoria è stata schiacciante e, con essa, abbiamo dato i primi passi per una nuova, potente, tappa storica che rafforza la nostra ambizione di sovranità sull’Esequibo”. Allo stesso tempo, ha sottolineato il presidente del Venezuela, il referendum è una “sconfitta del governo della Guyana e della compagnia statunitense ExxonMobil” che “sfruttano illegalmente le risorse petrolifere” di quel territorio.

Maduro Fonte foto: ANSA
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