Referendum elettorale, Conte ha deciso: la reazione di Salvini
Il premier ha scelto di non intervenire e l'esecutivo non si costituirà in giudizio attraverso l'avvocatura dello Stato
Il governo ha deciso che non si costituirà nel giudizio della Corte costituzionale sulla richiesta di referendum sulla legge elettorale presentata dalla Lega. La decisione, come riporta Ansa, sarebbe stata presa nella riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione che ha preceduto il Cdm.
L’esecutivo avrebbe avuto la possibilità di costituirsi in giudizio attraverso l’avvocatura dello Stato, in vista della decisione sull’ammissibilità del referendum attesa per il 15 gennaio, ma la scelta è stata quella di non intervenire.
Secondo la maggior parte dei giuristi, se il 12 gennaio verranno depositate in Cassazione le firme di almeno 64 senatori per chiedere il referendum costituzionale contro il taglio dei parlamentari, per un cavillo giuridico si aprirebbe la possibilità per il referendum della Lega di essere ammesso da parte della Corte Costituzionale, che si pronuncerà tre giorni dopo, il 15 gennaio. Se invece non fosse chiesto il referendum sul taglio dei parlamentari, per il referendum della Lega non ci sarebbero possibilità di essere ammesso.
Se la corte non ammetterà il referendum della Lega, andrà avanti il Germanicum, cioè la legge elettorale proporzionale, ma con tempi assai dilazionati. Se la Corte ammetterà il quesito della Lega, la maggioranza potrà evitarlo solo con una legge che vada nella stessa direzione, cioè in senso maggioritario. In tal senso nel cassetto è sempre pronto il primo Rosatellum, con 50% di seggi uninominali maggioritari e 50% proporzionali.
Referendum sulla legge elettorale: la posizione di Matteo Salvini
A chi gli ha chiesto qual è l’intenzione della Lega dopo il ritiro della firma per il referendum da parte di alcuni parlamentari di Pd e Forza Italia, Matteo Salvini ha risposto così: “Chiedetelo a quelli che hanno cambiato idea. Io ritengo che quando i cittadini si possono esprimere è sempre meglio, io farei referendum su tutto, come in Svizzera ogni mese”.