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Reddito di cittadinanza, le nuove regole nella legge di Bilancio: chi verrà escluso e come cambierà nel 2023

Il testo della Manovra è stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri: la stretta del governo per chi rifiuta un'offerta di lavoro

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Sono state ore di grande tensione quelle che hanno portato il Consiglio dei ministri presieduto da Giorgia Meloni ad approvare lo schema definitivo della legge di Bilancio per il 2023. La riunione della premier con i titolari dei dicasteri – svoltasi nella tarda serata di lunedì 21 novembre – è stata segnata da un dibattito articolato (e non senza momenti di frizione) tra le varie anime della maggioranza, desiderose di intestarsi le misure annunciate nel corso della campagna elettorale.

Le risorse sul tavolo dell’esecutivo erano però troppo poche, fin dalla vigilia, per approvare tutti gli interventi promessi agli elettori prima del voto. Così il governo ha deciso di non concentrare tutto sulla realizzazione di un’unica proposta, bensì di programmare piccoli interventi mirati sui temi ritenuti più urgenti. L’obiettivo, dichiarato da settimane, è quello di risollevare la condizione economica di estrema precarietà in cui versano milioni di famiglie e migliaia di imprese.

Reddito di cittadinanza, le risorse a disposizione del governo e le misure principali in Manovra

L’emergenza principale con cui Giorgia Meloni si è dovuta confrontare fin dal giorno del giuramento è quella relativa al caro bollette, con le fatture degli italiani che hanno visto schizzare il proprio valore a causa dei continui rincari del prezzo dell’energia. Per questo, dei circa 35 miliardi di euro di cui si compone la Manovra, ben 21 sono destinati ad aiutare i nuclei più in difficoltà nel pagamento della spesa per le utenze.

Per quanto riguarda le misure di bandiera, le novità più importanti riguardano sicuramente questi due ambiti

  • l’estensione della flat tax per tutte le partite Iva che in un anno dichiarano un reddito inferiore a 85mila euro (fino ad oggi la soglia era a 65mila euro)
  • l’approvazione di Quota 103, ossia la legge che permetterà ai lavoratori con alle spalle 41 anni di contributi di andare in pensione al raggiungimento dei 62 anni di età (i ministri della Lega, in primis Matteo Salvini, l’hanno definita una “misura ponte” per evitare il ritorno alla legge Fornero).

Reddito di cittadinanza, come cambierà nel 2023: corsa contro il tempo per la legge di Bilancio

L’accordo raggiunto in Consiglio dei ministri dovrà comunque passare per l’approvazione del Parlamento. La scadenza per il via libera definitivo è fissata al prossimo 31 dicembre e a Palazzo Chigi non mancano le preoccupazioni per i possibili ritardi che potrebbero sorgere a causa dei molti emendamenti che le opposizioni intendono depositare in merito ai temi più divisivi.

Se c’è una questione su cui i partiti di minoranza (a cominciare dal Movimento 5 stelle) hanno già dichiarato di voler condurre una battaglia senza esclusione di colpi è quella relativa al Reddito di cittadinanza. Durante la conferenza stampa convocata per illustrare la legge di Bilancio, la presidente del Consiglio ha usato parole chiare ed inequivocabili per illustrare i cambiamenti radicali che il governo intende compiere su quello che viene considerato come il provvedimento più importante dell’esperienza di Giuseppe Conte a capo dell’esecutivo.

Reddito di cittadinanza, l’annuncio di Giorgia Meloni: ecco quando verrà cancellato

“Ve lo annuncio, alla fine del 2023 il Reddito di cittadinanza verrà tolto a tutti coloro che possono lavorare“. Pare più determinata che mai Giorgia Meloni nel rispondere alle domande dei cronisti che la interrogano su cosa ne sarà della misura con l’arrivo del nuovo anno. “Avremmo voluto fare una riforma complessiva e generale di questa materia, ma in un mese di tempo non c’erano le condizioni. Ci siamo dati un periodo di transizione in cui vogliamo capire come intervenire in maniera strutturale, perché rimango fortemente contraria al Reddito di cittadinanza“.

Fonte foto: ANSA

Assieme alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, la premier ha lanciato anche alcune frecciate a chi l’ha preceduta: ” Vorrei sapere se chi ha pensato il Reddito di cittadinanza ipotizzava che lo Stato si occupasse all’infinito dei cittadini sopra i 18 anni. Lo dico perché ci sono persone che ricevono l’assegno da oltre tre anni, ma nel frattempo non sono state inserite nel mondo del lavoro. L’unica certezza quindi è che qualcosa non ha funzionato”.

Reddito di cittadinanza: chi continuerà a riceverlo e per quanti mesi

Ma cosa prevedono le modifiche che la leader di Fratelli d’Italia vuole apportare al Reddito di cittadinanza? Innanzitutto, se il disegno della legge di Bilancio verrà approvato in Aula così come uscito dal Consiglio dei ministri, la riforma sparirà dal 1° gennaio 2024. Intanto, nei prossimi dodici mesi, il beneficio sarà gradualmente cancellato per i soggetti cosiddetti occupabili che rientrano nella fascia tra i 18 e i 59 anni di età. Nel testo viene specificato che non devono avere in famiglia persone disabili, minori o anziani over 60.

Fonte foto: ANSA

Nel 2023 tutti questi potenziali lavoratori potranno ricevere il sussidio per non più di otto mesi e avranno l’obbligo di partecipare ad un corso di formazione o specializzazione, pena la perdita dell’assegno. Inoltre, già dalle prime settimane del nuovo anno, non sarà più possibile presentare la domanda per il Reddito di cittadinanza.

Chi invece continuerà a riceverlo per tutto il 2023 sono i percettori inabili al lavoro. Ma anche per loro le cose cambieranno dal 2024: la maggioranza infatti ha intenzione di varare una nuova forma di sussidio, dedicato esclusivamente ai poveri, le cui modalità di accesso e funzionamento verranno individuate in uno dei disegni di legge correlati alla Manovra.

Reddito di cittadinanza: la stretta sui furbetti e il risparmio per le casse dello Stato

Infine, la titolare del dicastero del Lavoro ha annunciato che il prossimo anno cambieranno anche le regole di decadenza dal sussidio. Infatti, a differenza di quanto accade oggi, basterà rifiutare anche una sola offerta di lavoro per perdere il diritto al Reddito di cittadinanza. È questo l’aspetto che ha subito più modifiche rispetto alla formulazione originaria del 2019, quando i percettori potevano declinare fino a due proposte di impiego continuando comunque a ricevere l’assegno.

Un ultimo capitolo prevede un’importante stretta sui controlli per scovare i tanti “furbetti” che percepiscono il beneficio senza averne diritto. Qui le direttive del governo dovranno passare obbligatoriamente da un coordinamento con gli organi territoriali preposti alla vigilanza. Ma intanto Giorgia Meloni ha voluto porre l’attenzione anche sul “problema delle persone che ricevono il Reddito di cittadinanza ma risiedono all’estero invece che in Italia“. Tra revoche, multe e ridefinizione della platea, il ministero dell’Economia ha stimato un risparmio di 734 milioni di euro nel solo 2023.

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