Re Carlo III e l'incoronazione: il ritratto del politico e dell’uomo, dal rapporto coi genitori al bullismo
Carlo III sarà un buon re? Cosa racconta la sua biografia e cosa dicono i suoi tratti di personalità alla vigilia dell'incoronazione
74 anni: il periodo di Carlo III d’Inghilterra come principe reggente è il più lungo mai avvenuto nella Corona. Il giorno da lui più desiderato per tutta la vita, a volte impazientemente ma atteso anche con vero e proprio terrore, è arrivato: il 6 maggio 2023, l’incoronazione sancisce ufficialmente la sua ascesa al trono d’Inghilterra. Tuttavia, la statura morale di Carlo non sembra equiparare, agli occhi degli inglesi, quella – ormai leggendaria – di sua madre. Carlo è più volte stato descritto come un individuo ben intenzionato e sinceramente desideroso di aiutare il suo popolo, ma anche viziato, petulante, talvolta persino infantile. La colpa forse sta nella sua educazione, antiquata e protocollare; forse nel periodo eccessivamente lungo da principe ereditario. Del resto, un secolo e mezzo fa il giornalista Walter Bagehot notava che “l’unico materiale umano adatto a un sovrano costituzionale è un principe che inizia presto il suo regno”. La mancanza di responsabilità autentiche potrebbe aver reso Carlo inadatto al trono? Per scoprirlo, dobbiamo indagare più a fondo il suo carattere.
- Un principe di paradossi: dai "capricci" sulle uova al jet privato
- Il carattere di Carlo III
- Un changeling a Buckingham Palace: famiglia, infanzia, bullismo e amori
- Un inguaribile passatista: le idee politiche
- Re Carlo III e le sfide del futuro
Un principe di paradossi: dai “capricci” sulle uova al jet privato
Persino i biografi più tenacemente innamorati della famiglia reale faticano a non descrivere i difetti del principe.
Da un lato, un carattere affabile e poco cerimoniale che vive per servire; dall’altro, un individuo immaturo in grado di esplodere in veri e propri attacchi d’ira se il protocollo e le sue personalissime esigenze non vengono rispettate.
Alcuni aneddoti sono famigerati: il cuoco di palazzo che è costretto a bollire dozzine di uova per la frugale colazione del principe, in modo che almeno un paio siano cotte come vuole lui. Famosi anche i maltrattamenti ai giardinieri.
Ecologista convinto – e parecchio in avanti sui tempi, su questo – strepita terribilmente quando è costretto a viaggiare in prima classe anziché col jet privato.
Una delle maggiori aspirazioni del futuro sovrano è quella di essere un Re del popolo.
Ma il tratto caratteriale che più evidentemente gli manca è quello del carisma: in confronto alla madre, ma anche all’ex consorte Lady Diana, che riuscì a renderlo il colpevole (agli occhi dei media) del fallimento di un matrimonio che fu infelice e miserabile per entrambi.
Caso mediatico che è alla base della sua impopolarità agli occhi di molti inglesi, soprattutto in confronto ad altri membri della famiglia reale come William e Kate.
Il carattere di Carlo III
Nel privato, Carlo III è un uomo introverso e introspettivo.
Grande amante delle arti, acquarellista dilettante, violoncellista in pensione, profondo appassionato di storia e tradizioni, spiritualista: molti interessi, perlopiù coltivati superficialmente.
Non è tuttavia certamente insicuro: il difetto maggiore riscontrato da molti biografi è il suo desiderio di dire la sua su tutto. Ministeri e organi di governo inglesi sono tempestati da decenni dei famigerati bigliettini del ragno nero, in riferimento alla sua pessima calligrafia.
Carlo dice la sua su forze armate, parchi nazionali, giardinaggio, programmi scolastici, architettura.
Da un lato, prova della sua instancabile buona volontà e desiderio di apportare un miglioramento; dall’altro, il sintomo di una certa sopravvalutazione delle proprie competenze e – forse – di una certa esigenza di dare senso alla sua ‘inutile’ e lunga attività di principe ereditario.
Un changeling a Buckingham Palace: famiglia, infanzia, bullismo e amori
Quando le venne chiesto se Carlo assomigliasse più a sua madre o suo padre, Lady Pamela Hicks rispose che il principe era un changeling, quei bambini rapiti dalle fate e sostituiti con la loro progenie.
Carlo non ricorda né il carattere sanguigno e vivace del padre, né quello algido e carismatico della madre, ragione per cui fu spesso percepito come una delusione.
Gracilino, di salute cagionevole e completamente disinteressato agli sport, fu spesso tormentato dal principe Filippo nel tentativo di renderlo ‘più uomo’.
Elisabetta, divenuta regina giovanissima, non poté più permettersi il lusso di essere madre: divenne fredda e distante, atteggiamento che causo in Carlo il continuo desiderio di ottenere la sua approvazione.
Al contrario, la sua precocissima passione per le arti – fin dalla più tenera infanzia guardava incantati i Leonardo appesi per il palazzo – fu accolta con una certa imbarazzata ilarità. Per tentare, ancora una volta, di ‘mascolinizzarlo’, il giovane principe fu spedito al college, con la richiesta, da parte della regina in persona, di non applicare favoritismi di alcun tipo. Nel corso degli studi, il giovane principe fu sottoposto a un bullismo sfrenato, che certamente aggravò la sua timidezza.
Da giovane adulto, visse svariate tresche con modelle, attrici, donne dell’alta società: forse, più per l’incoraggiamento del suo mentore, Lord Louis Mountbatten, che per reale attitudine.
Giovanissimo, conobbe Camilla Shand, la donna della sua vita, ma non la sposò: la donna del popolo era considerata dall’entourage di Charles come “adatta a fare esperienza”.
Per fedeltà verso la Corona si lasciò trascinare in un matrimonio senza amore, nel 1981, con la celebre Lady Diana Spencer. I due caratteri non potevano essere più diversi: lei impertinente, solare, vivace e incontenibile; lui pacato, tranquillo, vulnerabile.
Il matrimonio divenne velocemente conflittuale e insostenibile, e terminò quando Diana venne a sapere che il suo sposo non aveva affatto interrotto la sua frequentazione con il suo vecchio amore.
Lo scandalo mediatico che ne seguì fu all’origine della scarsa popolarità del principe negli anni a venire.
Carlo, intenzionato a non commettere più lo stesso errore, si sposò infine con Camilla nel 2005, nonostante le critiche che venivano dalla Corona. L’ennesimo suo paradosso: rinunciare all’amore per obbedienza, tradire il matrimonio per passione privata e, infine, seguire il cuore.
Un inguaribile passatista: le idee politiche
Il sovrano, come si è detto, non ha invece alcuna timidezza nell’esprimere le proprie opinioni e riflessioni.
Queste ultime, di un conservatorismo quasi tolkieniano: fin da giovane, subisce la fascinazione per le tradizioni della vecchia Inghilterra, l’artigianato, la suddivisione delle classi sociali.
Fascinazione che si traduce in un’avversione feroce per l’architettura contemporanea, con i suoi grattacieli, e in un grande amore per la natura.
Con decenni di anticipo sul mainstream, il giovane Carlo affermò la radicale necessità di preservare parchi, spazi naturali, giardini (forse la sua più grande passione).
Il suo conservatorismo è indubbiamente frutto di una educazione un po’ fuori dal tempo, e del vivere continuamente immerso nella bolla del Palazzo: le sue idee demodé e vagamente pacchiane gli hanno procurato molte critiche.
Senza dubbio, re Carlo sarà un sovrano fortemente impegnato nella conservazione del patrimonio culturale, artistico e naturale della nazione: privo dell’ascendente carismatico e quasi sacrale della madre, tutto lascia intendere che sarà propositivo e attento ai dettagli in tutte le proprie iniziative.
Re Carlo III e le sfide del futuro
Carlo III si è preparato tutta la vita per essere re. A volte, maldestramente, ha sempre cercato di dare a un ruolo istituzionalmente ambiguo – quello di principe ereditario – un senso personale, battendosi per le cause in cui crede.
La sua azione caritatevole non è stata dovutamente premiata dai media e dai giornali: forse viziato ed esigente nella vita privata, non si può negare che il re abbia cercato di ottemperare al suo ruolo nel modo più benefico possibile.
Quando ormai le condizioni di salute della Regina non le permettevano più reggere il ritmo serrato degli impegni di Stato, Carlo ha aumentato il numero dei suoi interventi istituzionali (fino a 600 all’anno).
Poco prima di morire, Elisabetta II aveva espresso la sua approvazione all’elevazione di Camilla a Regina Consorte, benedicendo dunque quell’unione che aveva causato tanto contrasto e dolore e consegnando a Carlo la lungamente desiderata approvazione della madre.
Man mano che il principe si è avvicinato alla Corona, la fiducia verso di lui è aumentata: se prima solo un terzo degli inglesi gli dava credito come sovrano, ora la sua approvazione è al 60%.
Ma il suo regno non sarà facile: la monarchia, in un’epoca in cui è priva di potere esecutivo, è un’istituzione essenzialmente basata sul carisma personale, che abbiamo visto, nel suo caso, essere carente.
Molti Paesi del Commonwealth erano rimasti legati alla corona inglese esclusivamente in virtù del rapporto personale con Queen Elizabeth, e il nuovo sovrano rischia di essere ricordato come il re che perse l’Impero.
Per qualità personali, Carlo d’Inghilterra non è certamente un sovrano nato, e lontanissimo dall’essere un sovrano ideale. Ma è indubbio che farà del suo meglio per esserlo, e questo potrebbe bastare.
L’incisione in oro sul volume di oltre mille pagine che raccoglie le sue innumerevoli dichiarazioni su qualsiasi argomento e i suoi acquarelli, recita: “Io servo”. Forse il modo migliore di esprimere la sua concezione del ruolo di monarca.