Ravanusa, trovato gli ultimi due corpi di padre e figlio, dati per dispersi nell'esplosione
Il corpo è stato ritrovato sotto le macerie dell'edifico crollato, si continua a scavare alla ricerca del figlio
Erano padre e figlio gli ultimi due dispersi dell’esplosione avvenuta a Ravanusa sabato sera: il bilancio delle vittime del disastro è stato aggiornato ora a 8 morti. Dopo ore di ricerche i vigili del fuoco hanno rinvenuto sotto le macerie il corpo di Calogero Carmina e Giuseppe Carmina, padre e figlio.
Ravanusa, trovati i corpi di Calogero e Giuseppe: le ricerche dei due dispersi
Il cadavere di Calogero era nel garage del palazzo di 4 piani crollato per l’esplosione. Gli scavi si erano concentrati proprio sull’autorimessa. Poche ore dopo i soccorritori hanno rinvenuto anche il corpo del figlio.
I Vigili del Fuoco hanno lavorato tutta la notte per rimuovere le macerie di quello che era l’appartamento del padre, dove Giuseppe si era recato per un saluto veloce.
Parallelamente alle ricerche, i detriti sono stati portati via per rimuovere parte delle tonnellate di cemento e pietre provocate dall’esplosione che ha reso quasi impossibili continuare le operazioni di ricerca.
Operazioni di ricerca tra le macerie dell’esplosione di Ravanusa
Ravanusa, le operazioni di soccorso e i ritrovamenti delle vittime
Prima dei corpi dei due, sotto il cumulo di macerie, erano stati trovati i resti di Selene Pagliariello, l’infermiera di 29 anni incinta al nono mese, del marito Giuseppe Carmina, e dei genitori di lui Angelo Carmina e Maria Crescenza Zagarrio.
Secondo le ricostruzioni, al momento dell’esplosione si sarebbero trovati tutti nel salotto dell’appartamento del terzo piano, seduti sul divano. Per recuperarli i Vigili del Fuoco hanno bucato quello che è rimasto del quarto.
“Abbiamo lavorato tutta la notte per spostare le macerie con i mezzi”, ha raccontato Fabio Gulino, uno dei Vigili del Fuoco della squadra Usar della Sicilia. “Attorno alle 6.30 abbiamo intravisto il primo corpo e subito dopo c’erano tutti gli altri, erano vicini”.
L’ultima telefonata di Selene al papà avrebbe rallentato le operazioni di soccorso. “Siamo usciti, stiamo arrivando”, avrebbe detto la ragazza al padre, come riportato dall’uomo ai soccorritori dicendo loro che la figlia era già in strada.
Per questo motivo le ricerca sono iniziate scavando prima in corrispondenza di quella che era via Trilussa e solo dopo si è tornati sul palazzo.
“Sarebbero bastati cinque minuti e si sarebbe salvata“, ha detto scuotendo la testa all’Ansa il comandante dei Vigili del Fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino.
Fonte foto: ANSA