Rapper Baby Gang fa ricorso contro la condanna, l'attacco a Le Iene contro lo Stato: "Esperimento fallito"
Il rapper baby gang ha deciso di presentare ricorso dopo la condanna, lanciandosi all’attacco dello Stato nel corso di un servizio de Le Iene
Zaccaria Mouhib, meglio conosciuto come Baby Gang, ha presentato ricorso contro la condanna per i disordini avvenuti nel 2021 a Milano. Il rapper ha anche espresso il suo punto di vista nel corso di un’intervista a Le Iene, attaccando duramente le e definendo la sua vicenda giudiziaria un “esperimento fallito”.
Il rapper Baby Gang ricorre in appello
Il rapper Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, ha annunciato il ricorso in appello contro la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione ricevuta in relazione ai disordini avvenuti il 10 aprile 2021 in zona San Siro, a Milano.
L’artista, condannato con rito abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale, secondo l’accusa avrebbe incitato i presenti a un evento non autorizzato organizzato per la registrazione di un videoclip musicale, alimentando un clima di tensione culminato poi in scontri con le Forze dell’Ordine.
Baby Gang lascia il tribunale dopo l’udienza del processo d’appello: il rapper ha parlato della sua situazione nel corso dell’ultima puntata de Le Iene
L’avvocato del rapper ha definito “ingiusta” la condanna, affermando che non vi siano prove dirette della partecipazione del suo assistito agli atti violenti verificatisi. Inoltre, il legale ha sottolineato l’obiettivo artistico e sociale dell’evento, ovvero una rappresentazione del disagio delle periferie attraverso l’arte, e non un’istigazione alla violenza.
L’intervista a Le Iene
Il rapper Baby Gang ha comunque espresso il suo punto di vista nel corso di un’intervista al programma televisivo Le Iene, attaccando duramente le istituzioni italiane.
Il 23enne ha difatti definito la sua vicenda giudiziaria un esempio di “esperimento fallito” dello Stato nella gestione delle problematiche sociali dei quartieri difficili, accusando le autorità di concentrarsi più sulla repressione che sulla comprensione delle dinamiche di esclusione che caratterizzano le periferie.
L’artista ha inoltre denunciato l’assenza di opportunità per i giovani, che vengono spesso etichettati come delinquenti a prescindere. Un’esperienza che ha vissuto direttamente sulla sua pelle, dato il difficile passato e un pezzo di vita trascorso direttamente in strada, del quale porta ancora i segni dentro.
Il passato di Baby Gang
Nato a Lecco nel 2001 da una famiglia marocchina Zaccaria Mouhib ha vissuto tra Italia e Marocco fino a circa dodici anni, quando ha deciso di lasciare la sua famiglia per non gravare economicamente sulle loro spalle.
Dopo aver vissuto per qualche anno di espedienti (che gli hanno fruttato il soprannome di Baby Gang) e aver trascorso diverso tempo in cella, Zaccaria ha alla fine raggiunto il successo diventando una figura influente nel panorama musicale italiano e un simbolo delle tensioni sociali vissute dai giovani delle periferie urbane.
Negli anni, Baby Gang si è spesso definito vittima di pregiudizi sociali e discriminazioni, portando il disagio generale e quello generazionale nei suoi testi e nella sua musica.