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CRONACA NERA

Quattro arresti per l'omicidio di Cosimo Nardelli a Taranto: il mandante sarebbe il fratello della vittima

Il movente sarebbe la gestione di un'azienda agricola di famiglia, dove lavorano il figlio della vittima, il fratello e la moglie di quest'ultimo

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Giulia D'Aleo

GIORNALISTA

Scrive su importanti quotidiani nazionali, si occupa di attualità con una particolare attenzione rivolta a temi sociali, diritti, marginalità.

Arrestate 4 persone a Taranto ritenute responsabili dell’omicidio di Cosimo Nardelli. Il 61enne era stato ucciso il 26 maggio di quest’anno mentre rientrava a casa, raggiunto da diversi colpi di pistola. Tra le persone fermate, c’è anche il fratello di Nardelli, ritenuto il mandante dell’omicidio.

L’arresto dei sospettati

In tutto, nella giornata di lunedì 19 giugno, la procura distrettuale di Lecce e la Procura della Repubblica di Taranto hanno emesso 5 provvedimenti di fermo a carico di soggetti accusati di omicidio e tentato omicidio.

Di questi, 4 sono ritenuti responsabili dagli inquirenti dell’omicidio di Cosimo Nardelli, detto Mimmo, un uomo di 61 anni residente a Taranto, avvenuto in città la sera del 26 maggio.

Il luogo in cui è stato trovato il corpo di Nardelli in strada a Taranto

Tra loro c’è anche il fratello Tiziano, sospettato di essere il mandante dell’agguato insieme a Paolo Vuto, come riporta l’Edicola del Sud.

L’autore materiale dell’omicidio, invece, sarebbe Cristian Aldo Vuto, figlio di Paolo, che sarebbe arrivato sul luogo dell’assassinio su uno scooter guidato da Francesco Vuto.

Il movente sarebbe da ricercare nei contrasti legati alla gestione di un’azienda agricola della quale erano soci il figlio della vittima, il fratello Tiziano e la moglie di quest’ultimo.

Due dei fermati, insieme a una terza persona, anch’essa indagata, sono ritenuti responsabili anche per il tentato omicidio di un altro uomo, Cristian Troia.

Troia, 24 anni, era stato gambizzato la notte del 12 aprile con diversi colpi di pistola al ginocchio, probabilmente per un regolamento di conti.

L’assassinio di Nardelli

Il 26 maggio Cosimo Nardelli aveva appena parcheggiato lo scooter e stava rientrando in casa propria, quando è stato raggiunto da 4 o 5 colpi di pistola.

Esplosi a distanza ravvicinata, hanno raggiunto l’addome e altre parti del corpo.

L’abitazione si trova in via Cugini, una zona semicentrale della città, molto vicina all’Arsenale della Marina Militare e a uno dei mercati rionali più frequentati di Taranto, il Fadini.

Ad accorgersi del rumore degli spari e del corpo riverso in strada erano stati alcuni vicini, che hanno allertato le forze dell’ordine.

Trasportato d’urgenza in ospedale, Nardelli era morto poco dopo il suo arrivo.

L’ipotesi della vendetta

Per il suo omicidio, gli inquirenti avevano ipotizzato potesse essere stata messa in atto una vendetta per la morta di Alessandro Cimoli, ucciso da Nardelli nelle campagne di Faggiano, nel Tarantino, nel 2005.

Le motivazioni dell’omicidio erano legate a un traffico di stupefacenti: il ragazzo, infatti, era stato punito per non aver pagato un carico di droga, un chilo di cocaina.

Date le condizioni in cui era stato ritrovato il corpo, fu possibile identificare il giovane solo attraverso un documento di identità aveva negli abiti.

Per il suo omicidio, Nardelli aveva scontato 17 anni di carcere ed era tornato in libertà da poco, nell’estate del 2022.

Fonte foto: iStock

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