“Quando inizia la felicità” il nuovo bestseller di Gianluca Gotto per chi cerca una “rinascita autentica”
Gianluca Gotto ha scritto il suo sesto libro, "Quando inizia la felicità" è tra i più acquistati su Amazon: l'intervista concessa a Virgilio Notizie
I suoi libri sono veri e propri bestseller, Gianluca Gotto ne ha scritti sei mentre era impegnato a viaggiare il mondo come nomade digitale. E, forse, il segreto del suo successo sta in una ricetta in cui ci sono tanti ingredienti diversi. C’è il coraggio, quello di mollare la vita normale e seguire i propri sogni, la voglia di cercare la felicità, l’emozione della conoscenza e della scoperta. Del mondo, ma anche di se stessi. L’ultimo libro è Quando inizia la felicità: l’intervista concessa a Virgilio Notizie.
Il nuovo libro di Gianluca Gotto: Quando inizia la felicità
Argomenti che mette nero su bianco in libri e articoli, ma che sviluppa anche attraverso il suo blog, Mangia, vivi, viaggia, e i social. Seguitissimo e apprezzatissimo, su Instagram conta oltre 450 mila follower, oltre 63 mila su Facebook, numeri che raccontano il successo che sta dietro a un sogno che si trasforma in realtà, quello di essere fedeli a sé stessi.
Con Mondadori è uscito da pochissimo il suo ultimo libro Quando inizia la felicità, una raccolta di domande e di risposte che da settimane è ai primi posti delle classifiche su Amazon.
Gianluca Gotto e gli scatti in giro per il mondo
L’intervista a Gianluca Gotto
Quando inizia la felicità è il suo ultimo libro, una raccolta di domande: quelle che sono alla base della sua crescita professionale, spirituale e relazionale. Come mai le ha volute condividere con i suoi lettori?
“Oggigiorno siamo iper-stimolati. Riceviamo risposte da tutte le parti, soprattutto dal web, anche quando non abbiamo posto alcuna domanda. Basta prendere in mano uno smartphone e aprire una qualsiasi app di un social media per essere inondati di consigli, indicazioni, regole da seguire. C’è sempre qualcuno che ci dice cosa dovremmo fare, cosa stiamo sbagliando, come va vissuta la vita. La nostra vita. Non abbiamo mai avuto accesso a così tante informazioni, eppure siamo più confusi che mai. Perché? Io penso che le risposte giuste per noi le dobbiamo trovare noi stessi, attraverso viaggi esteriori e interiori. Mi sono chiesto: come posso aiutare il lettore o la lettrice a mettere in atto questo processo? Dovevo scrivere un libro in cui le mie risposte erano solo la punta dell’iceberg. Un libro in cui tutto parte dalle domande”.
Dovesse definire il suo ultimo libro per consigliarne la lettura (lo so, è una domanda difficile) qual è la cosa che direbbe a un potenziale lettore?
“È un libro per chi sente il bisogno di una rinascita autentica. Affinché questa sia possibile, è necessario che le risposte emergano da dentro e non arrivino da fuori. È necessario, quindi, porsi le domande giuste, anche se spesso sono quelle più scomode. Accompagno il lettore o la lettrice in questo viaggio raccontando le mie esperienze personali”.
I suoi libri riscuotono sempre grandissimo successo, secondo lei qual è la motivazione più profonda?
“Le persone si sentono abbandonate, se non persino tradite, da quello che oggi la società occidentale offre al singolo individuo. Come diceva Diego Abatantuono in Puerto Escondido (film che cito nel libro), uno crede che facendo le cose giuste poi arrivi una ricompensa, una qualche forma di saggezza. E invece non c’è niente, se non questo senso di smarrimento, questo vuoto che poi si prova a riempire disperatamente nei modi più autodistruttivi. O forse, semplicemente, le persone stanno aprendo gli occhi come ho fatto io all’inizio del mio percorso: ci invitano a correre, inseguire risultati, dare di più… ma quando inizia la felicità? Forse non dobbiamo aspettare che qualcuno ce la consegni come ricompensa, forse è già qui e ora”.
E qual è la domanda più bizzarra che riporta in Quando inizia la felicità?
“Presumo che a molte persone possa risultare bizzarra la domanda: Ti sei dimenticata che la vita è un gioco?” È parte di una lettera che ho scritto a mia figlia, in cui le spiego come gli induisti vedono la realtà e perché è importante vivere la nostra esistenza con leggerezza. Penso che la più inaspettata sia, invece, Hai bisogno di cambiare partner o di cambiare te stesso?“.
Da quei quesiti scaturiscono risposte, lei in che forma le dà ai suoi lettori? Racconta esperienze personali?
“Questo non è un romanzo, né un saggio. È un libro autobiografico in cui racconto episodi, luoghi, consapevolezze e incontri della mia vita in giro per il mondo. Ogni capitolo ha per titolo una domanda che si riferisce a un qualche tipo di cambiamento o scoperta che ho fatto su me stesso, sui rapporti con gli altri, sulla vita in generale. Si parte quindi dalle domande, si viaggia dentro le mie esperienze di vita e poi si giunge alle mie risposte. Ovvero, la parte più autobiografica e magari interessante da leggere, ma anche la meno utile: questo libro può essere potente per chi lo legge solo se terrà a mente le domande che raccoglie”
C’è una domanda o un momento che considera davvero importante per la sua esistenza, un evento alla Sliding doors per intenderci?
“Il mio momento sliding doors è raccontato nel capitolo Tra dieci anni quale decisione ti lascerà meno rimpianti?. Penso che sia una domanda che ha il potere reale di cambiare il corso della nostra vita, anche se bisogna avere il coraggio di affrontarla e meditarci su. Non è così scontato in questa era della distrazione, è molto più facile “non pensarci” e fare finta di niente. Per poi, magari, ritrovarci tra dieci anni a chiederci perché la vita ci appare così piatta”.
I suoi lettori e i fan le pongono domande attraverso i social? Se sì, quali sono le più gettonate?
“Mi pongono tantissime domande. Le più frequenti riguardano una qualche forma di perdita: come supero il dolore per la perdita di una persona cara? Cosa faccio ora che ho perso la felicità che avevo un tempo? Come posso andare avanti ora che ho perso lucidità e vivo immerso/a nella confusione mentale? Moltissime domande riguardano la paura: paura di essere lasciati, di viaggiare, di morire. Soprattutto, paura di cambiare”.
Parliamo della sua vita e del suo lavoro: nomade digitale. Di cosa si occupa nello specifico?
“Un nomade digitale è una qualsiasi persona che lavora completamente in remoto e sfrutta questa possibilità per vivere in viaggio. Nel mio caso, è sempre stata la scrittura. Per anni ho scritto articoli per altri siti web, poi per il mio blog, oggi scrivo libri mentre esploro il mondo, soprattutto l’Oriente”.
È quello che sognava da bambino? E a chi desidera intraprendere una carriera professionale come la sua che consiglio darebbe?
“Ho sempre sognato di lavorare con i libri o con la musica, due grandi passioni, quindi direi proprio di sì, questa mia vita è un sogno realizzato. Non ho nessun consiglio specifico da condividere, anche perché se me li avessero dati a me a vent’anni mi avrebbero impedito di sbagliare e quindi, dopo qualche tentativo, di farcela. Dico solo questo: toglietevi dalla testa l’idea assolutamente sbagliata che voi non possiate farcela per uno o più motivi. Tutto è possibile, seppur a modo vostro”.
Viaggiando molto ha una visione di insieme e una prospettiva diversa sulle cose. Come vede l’Italia oggi, sia da un punto di vista politico che sociale?
“L’Italia è un Paese che non cambia mai, nel bene e nel male. Quando ho lasciato Torino nel 2011 era pressoché uguale a com’è ora. Recentemente sono tornato in Vietnam a distanza di qualche anno dall’ultima volta e l’anima del Paese era sempre quella, ma in superficie è cambiato tutto. Ogni cosa si è evoluta. L’Oriente è una parte di mondo in cui le tradizioni, la storia e la cultura sono preservate con cura; eppure, tutto è incredibilmente dinamico. Se lo vuoi abitare devi essere pronto a scorrere con i suoi ritmi, non puoi restare fermo. Noi italiani siamo oltremodo nostalgici, e questo ci rende passivi e frustrati. Oggettivamente, però, siamo anche ostacolati da un sistema che fa di tutto per spegnere sul nascere ogni ambizione di miglioramento, e quindi di felicità”.
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Per concludere un’altra domanda complicata: ci dice una parola che descrive bene ogni libro che ha scritto?
“Le coordinate della felicità: libertà. Come una notte a Bali: amore. Succede sempre qualcosa di meraviglioso: serenità. La Pura Vida: leggerezza. Profondo come il mare leggero come il cielo: guarigione. Quando inizia la felicità: rinascita”.
Chi è Gianluca Gotto, la biografia
Classe 1990, Gianluca Gotto è originario di Torino dove ha vissuto fino a 20 anni. Come racconta nella sezione chi sono del suo blog ha “sempre sentito che il mio posto nel mondo fosse altrove”. E così è partito e ha vissuto in tanti luoghi diversi del mondo, come Australia e Canada, e ha deciso di fare della scrittura un lavoro, mentre esplora il mondo.
Oggi la sua base è in Asia, ma continua a viaggiare e a scrivere libri e articoli. E, infatti, è autore di sei romanzi a partire dal primo, datato 2018, che si intitola Le coordinate della felicità. L’ultimo è quello da poco uscito con Mondadori Quando inizia la felicità.
Nel suo curriculum anche un podcast Il paradiso è qui, e un TEDx Come essere felici ogni singolo giorno. I suoi libri sono veri e propri bestseller e Gianluca è seguitissimo su tutti i social dove racconta di sé, della sua vita e offre spunti di riflessione.