Putin può colpire l'Italia: la risposta della Russia alle sanzioni, cosa rischiano le aziende
Putin valuta di espropriare o mettere in amministrazione fiduciaria le aziende occidentali come risposta alle sanzioni: rischiano anche le italiane
Aumentano sempre più i timori per le aziende italiane che operano in Russia. Stando a quanto filtra dal Cremlino, Vladimir Putin starebbe parlando col proprio governo di preparare una risposta adeguata alle sanzioni che hanno colpito la Russia e gli oligarchi russi a seguito dell’invasione dell’Ucraina. La volontà sarebbe di attuare una ritorsione economica contro i Paesi ‘ostili’, tra cui l’Italia. La ritorsione in questione potrebbe andare a toccare le aziende italiane presenti sul territorio russo: rischierebbero di essere espropriate.
- Perché Putin vorrebbe rispondere alle sanzioni colpendo le aziende
- Quante sono le aziende italiane in Russia
- Tutte le aziende occidentali a rischio in Russia oltre a quelle italiane
Perché Putin vorrebbe rispondere alle sanzioni colpendo le aziende
Questa possibile risposta di Putin sarebbe dettata sia dall’intento di difendere gli oligarchi russi, suoi primi sostenitori, sia per usare le aziende occidentali come arma.
Il presidente russo vorrebbe sfruttare il fatto che tante aziende occidentali abbiano deciso di interrompere l’attività dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, e allo stesso tempo usarle come strumento di pressione sui propri governi per farle chiedere di allentare le sanzioni.
La sua idea sarebbe quella di indurre le aziende occidentali, nel caso insistano a tenere ferma la loro produzione:
- a vendere le loro proprietà in rubli;
- oppure ad affidarle a una amministrazione fiduciaria stabilita dal Cremlino.
Quante sono le aziende italiane in Russia
Non sono poche le aziende italiane che operano in Russia. Le imprese iscritte a Confindustria infatti sono circa 500 e generano un fatturato pari a 7,5 miliardi di euro.
Tra le più note troviamo Ferrero, Barilla, Pirelli, Eni, Snam, Candy, De Eccher, Valvitalia, Saipem, Rizzani, Marr, Fondital e Danieli. Stando a Unimprese, sul territorio russo ci sarebbero circa 60 stabilimenti di aziende italiane tra settore industriale, agroalimentare e dei servizi. Non tutte però hanno fermato la produzione.
Tutte le aziende occidentali a rischio in Russia oltre a quelle italiane
Tra le aziende occidentali più grandi in Russia, oltre alle italiane, troviamo anche chi non ha interrotto la sua produzione come le francesi Auchan, Renault e Leroy Merlin o le americane Koch Industries e Burger King.
Tutte queste aziende hanno fatturati milionari in Russia e migliaia di dipendenti.