Putin cerca insegnante a domicilio per i due figli, l'inserzione che sorprende: cosa c'è scritto nell'annuncio
Putin sta cercando un insegnante a domicilio per i suoi figli: l'inserzione e particolari requisiti richiesti
Vladimir Putin sta cercando un insegnante a domicilio per i suoi due figli. A rivelarlo è Federico Fubini, lungo le colonne del Corriere della Sera. Il giornalista ha scovato un’inchiesta pubblicata dal sito investigativo russo “Dossier Center” che ha spiegato i dettagli dell’inserzione del presidente russo.
- Putin in cerca di un insegnante a domicilio per i suoi figli
- Inserzione di Putin: i requisiti richiesti ai futuri tutor dei suoi figli
- Fubini: "Putin disprezza l'occidente, ma in fondo lo ammira"
Putin in cerca di un insegnante a domicilio per i suoi figli
Putin, che vive con la sua compagna Alina Kabaeva, è alla ricerca di un docente per i suoi due figli, Ivan Vladimirovich e Vladimir Vladimirovich (Junior), di nove e cinque anni di età.
Fubini, nel suo reportage, scava a fondo e, a proposito all’inserzione, si spinge in un ragionamento più ampio, fino ad arrivare a ipotizzare le strategie di Putin in riferimento al suo rapporto con l’Occidente.
Vladimir Putin
Inserzione di Putin: i requisiti richiesti ai futuri tutor dei suoi figli
L’annuncio dell’agenzia che ha il compito di trovare una o un tutor per i figli dello ‘Zar’ è la seguente:
- Lavoro cinque giorni alla settimana, per 60 ore;
- L’insegnamento è di inglese “e altre materie”;
- Salario di 7.700 euro al mese;
- “Live-in”, si vive in famiglia;
- “La famiglia vive isolata”;
- L’agenzia ha già fornito tutor di inglese e di tedesco alla famiglia;
- Il candidato o la candidata devono accettare due settimane di “esami medici” prima di iniziare;
- Nella residenza c’è una palestra e un campo da tennis, ma il o la tutor “non è autorizzato a lasciare il territorio del datore di lavoro”;
- La famiglia “preferisce un candidato o una candidata con passaporto sudafricano”.
Un paio di cose che balzano subito all’occhio: Putin è risaputo che abbia una sorte di paranoia nei confronti di malattie e virus; dunque non c’è da sorprendersi troppo sul punto relativo agli esami medici lunghi due settimane prima di iniziare il lavoro.
Altra sottolineatura riguarda la predilezione per coloro che hanno passaporto sudafricano. Perché? Perché è il solo Stato anglofono che non ha un approccio duro e di condanna nei confronti della Russia in questo momento.
Fubini: “Putin disprezza l’occidente, ma in fondo lo ammira”
Secondo Fubini, c’è da ragionare sul perché Putin sia così attento affinché i suoi figli conoscano l’inglese e il tedesco, due lingue occidentali, ossia quella parte del mondo che il presidente russo dice apertamente di disprezzare.
Così la firma del Corriere nello spiegare le scelte di Putin: “Non il cinese, il coreano di Pyongyang, il farsi dell’Iran o le lingue di qualunque altro dei Paesi che lo aiutano nella sua aggressione all’Ucraina e all’ordine internazionale delineato dagli Stati Uniti. L’odio per le democrazie e la loro civiltà ha in Putin venature del rancore di chi si sente respinto”.
E ancora: “Di chi è gonfio di sete di rivalsa perché avverte il disprezzo altrui. In quella semplice inserzione per un tutor d’inglese si avverte il desiderio forse inconscio del capofamiglia di essere accettato alla pari da quel mondo che odia; il sogno represso almeno di far sì che un giorno i suoi figli escano dall’isolamento da lui stesso imposto su di loro e comunichino e si integrino nelle democrazie che Putin per primo detesta”.
Fubini pone anche il focus relativo al rischio che corre Putin andando a cercare una persona esterna. “Preferisce questo rischio – quasi folle per lui – alla prospettiva che i due bambini restino senza insegnamento della lingua degli americani”, nota il giornalista.
Secondo la firma del Corsera, l’agire di Putin, per quel che riguarda la ricerca di insegnanti ai figli con determinate caratteristiche, “è il prezzo dell’aver isolato la Russia dal mondo libero che lui dice di disprezzare e a qualche livello non riesce a non ammirare: così poche persone di madrelingua inglese oggi vogliono vivere in Russia, che il capo deve accettare di prenderle dalla strada, come un suddito qualunque”.