Putin ammette che l'attentato a Mosca è opera di estremisti islamici ma punta ancora il dito contro l'Ucraina
Vladimir Putin ammette la matrice islamica dell'attentato di Mosca ma continua ad evocare un ruolo dell'Ucraina nella strage
L’attentato a Mosca è stato compiuto da “islamisti radicali“. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, confermando per la prima volta la matrice islamica dell’attacco alla sala da concerti Crocus City Hall che ha causato la morte di 137 persone. Il capo del Cremlino però continua ad accusare l’Ucraina, evocando un presunto ruolo di Kiev nella strage rivendicata dall’Isis.
“Sappiamo che il crimine è stato commesso per mano di islamici radicali, la cui ideologia lo stesso mondo islamico combatte da secoli”, ha dichiarato Putin. Pur senza citare l’Isis-K, il gruppo terroristico affiliato all’Isis, attivo principalmente in Afghanistan, che ha rivendicato l’attentato di Mosca del 22 marzo.
Il leader russo però non smette di puntare il dito contro l’Ucraina: “Ci interessa sapere chi ne trae vantaggio“, ha detto Putin, citato da Ria Novosti, aggiungendo che l’attacco è “un atto intimidatorio”.
“Dobbiamo rispondere alla domanda perché i terroristi cercavano di andare in Ucraina e chi li aspettava là”, ha aggiunto Putin, continuando dunque a evocare una responsabilità di Kiev nell’attentato.
Anche se non è affatto certo che gli autori dell’attacco fossero diretti verso il confine militarizzato tra Russia e Ucraina, anzi è probabile che stessero andando verso la Bielorussia.