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Prove Invalsi 2023 requisito per l'esame di Maturità: cosa sono, a cosa servono e cosa succede a chi è assente

Per la prima volta le prove Invalsi diventano un requisito di ammissione all'esame di Maturità. Come si svolgono, quando iniziano e come prepararsi

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Tornano anche quest’anno le prove Invalsi, ma per la prima volta diventano un requisito di ammissione all’esame di Maturità. L’appuntamento coinvolge milioni di studenti di cinque diversi livelli scolastici, ma a inaugurare l’inizio delle prove l’1 marzo saranno proprio i prossimi maturandi. Come prepararsi al meglio e cosa fare in caso di assenza.

Come si svolgono le prove Invalsi

Le prove si articolano su quattro materie: italiano, matematica, lettura inglese e ascolto d’inglese. Sono escluse dalla prova di lingua inglese solo la seconda elementare e il secondo superiore. Ad eccezione degli studenti di scuola primaria, gli unici che svolgeranno le prove con carta e penna, tutti gli altri utilizzeranno un computer fornito dalla scuola.

La durata delle prove varia a seconda del grado scolastico, aumentando con l’età degli alunni. Per gli studenti più grandi la durata standard è di un’ora e mezza per le prove di italiano e matematica, di 45 minuti circa per la prova di reading e di 60 per quella di listening.

protesta miur invalsiFonte foto: ANSA
Flash mob della Rete degli Studenti davanti al Miur contro le prove Invalsi nel 2015

“Il tempo concesso è il risultato di una stima ragionevole. Inoltre tradizionalmente, l’Italia non ha un problema di numeri alti di studenti che non riescono a concludere le prove nel tempo stabilito” ha precisato il presidente dell’Istituto Invalsi Roberto Ricci, sentito dal sito Skuola.net.

Sul sito INVALSIopen è possibile esercitarsi sulle prove passate, per fare pratica e prepararsi al meglio.

Il calendario delle prove

Il calendario delle prove è stabilito singolarmente da ogni scuola, seguendo delle indicazioni fornite dall’istituto Invalsi. “I primi a iniziare sono i ragazzi di quinto superiore – spiega Ricci -, perché poi dovranno preparare le prove d’esame”.

Seguiranno a inizio aprile i ragazzi di terza media, dai primi 10 giorni di maggio gli studenti di quinta elementare e seconda elementare e, infine, dal 10 maggio fino alla fine del mese sarà la volta degli alunni di secondo superiore.

A maggio, per la prima volta quest’anno, la prova verrà sostenuta anche dagli studenti che frequentano i corsi serali.

Le prove verranno svolte secondo le esigenze di ciascuna scuola, ma sempre all’interno del calendario prestabilito per ciascun livello. “Il consiglio è quello di non far svolgere più di due prove al giorno – suggerisce il presidente dell’Istituto -. Inoltre, si può prendere tutta la classe in blocco o dividerla in più scaglioni”.

Le prove come requisito per la Maturità

Per gli studenti delle scuole superiori lo svolgimento delle prove è un requisito obbligatorio per essere ammessi all’esame di Stato, così come avveniva già per la scuola media prima della pandemia, nel 2018 e nel 2019.

I risultati delle prove non hanno, però, alcun impatto sul voto finale della Maturità. I professori non possono, infatti, utilizzare i risultati delle prove Invalsi per assegnare voti in pagella. Fanno eccezione le prove della primaria, dove l’esito è basato più su un monitoraggio che su una valutazione.

Che le prove vadano bene o male, quindi, non c’è un vero svantaggio per gli studenti. Al contrario, spiega Ricci che, nel caso dei maturandi, “se vanno bene ricevono per ogni singola prova un badge elettronico da poter spendere all’università o nel mondo del lavoro”.

Alcune università utilizzano poi le certificazioni degli Invalsi per convalidare agli studenti gli esami di certificazione linguistica. Bisogna raggiungere nelle prove, in media, un livello di lingua B1 per la laurea di primo livello triennale e il livello B2 per quella di secondo livello.

Cosa succede se si è assenti

Se uno studente è assente nella data scelta dalla scuola per le prove Invalsi, queste possono essere recuperate in giorni successivi, grazie alla flessibilità concessa dall’uso dei computer.

Nel caso dei maturandi, però, le prove vanno concluse tutte entro la fine di marzo, a meno che non ci siano gravi motivazioni per il rinvio. In questo caso, dato che si tratta di un requisito d’esame, è stata prevista una sessione suppletiva, dalla fine di maggio fino alla fine delle lezioni.

Se uno studente non riesce a svolgere le prove Invalsi in nessuna delle sessioni previste, non può accedere all’esame di Stato.

Come consultare i risultati

Per sapere quali sono i risultati delle prove sostenute, a partire dalla seconda metà di giugno gli studenti possono inserire i propri dati e ottenere delle credenziali con cui poter consultare in autonomia gli esiti.

Nel caso degli alunni più piccoli, invece, il risultato viene fornito direttamente dalla scuola all’inizio di settembre.

Allo studente o ai suoi genitori verranno comunicati sia il livello raggiunto – che va da 5, il più alto, a 1, il più basso –  ma anche la descrizione delle competenze che lo studente possiede con quel livello.

I risultati complessivi del Paese vengono diffusi, invece, all’inizio di luglio.

scuola Fonte foto: ANSA
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