Protezione civile in sciopero in Friuli-Venezia Giulia: stop di 12 mila volontari dopo una multa di 1800 euro
Le ragioni dello sciopero senza precedenti della Protezione Civile nel Friuli Venezia Giulia. Alla base la sanzione penale inflitta a un volontario
Sciopero senza precedenti dei volontari della Protezione Civile nel Friuli Venezia Giulia, che per la prima volta dalla fondazione hanno deciso di incrociare le braccia. Una scelta sofferta, scaturita da una sanzione penale inflitta a un volontario dopo un tragico incidente. Equiparato a un dirigente, il coordinatore su base volontaria ha ricevuto una multa di 1800 euro, generando preoccupazioni sulla responsabilità penale e civile. Da qui la decisione di oltre 12.000 volontari di sospendere le attività a partire dalla sera di martedì 21 novembre, fino a data da destinarsi e con poche certezze nel momento in cui dovessero verificarsi emergenze di grande portata.
Lo sciopero storico
È una decisione di portata storica quella dello sciopero, per la Protezione Civile, un cuore abituato a battere senza sosta e in qualunque condizione. A fermare i volontari regionali, che da sempre sono in prima linea per agire in ogni emergenza, il caso della sanzione penale inflitta a un coordinatore volontario.
La decisione di “incrociare le braccia” è stata presa durante un incontro a Udine, coinvolgendo sindaci regionali, coordinatori dei gruppi comunali e dirigenti regionali.
Alla base dello sciopero della Protezione Civile in Friuli Venezia Giulia, la sanzione a un coordinatore volontario in seguito a un incidente
L’incidente e la sanzione
La multa di 1800 euro, emessa in seguito a un tragico incidente mortale avvenuto a luglio, ha innescato una catena di eventi che ha portato oltre 12.000 volontari a spegnere la propria luce operativa.
Un albero, abbattuto per motivi di sicurezza, aveva tragicamente ucciso un volontario. La gravità delle ferite, e l’equiparazione del ruolo del coordinatore a quello di un dirigente regionale hanno portato alla sanzione, sollevando diversi interrogativi sulla possibilità di operare con serenità.
La solidarietà dei volontari
È la prima volta che il ruolo di un coordinatore volontario è stato equiparato a quello di un dirigente in una sentenza, sollevando preoccupazioni sulla responsabilità penale e civile. La decisione degli oltre 12.000 volontari di fermarsi è stata immediata, evidenziando la necessità di chiarimenti sulle competenze e le responsabilità dei coordinatori.
La sicurezza sul lavoro, regolamentata dalla legge 81, è diventata il fulcro del dibattito. Il Dipartimento nazionale di Protezione Civile e il direttore regionale Amedeo Aristeo hanno sviscerato il tema, sottolineando la necessità di rivolgersi al Governo per una interpretazione definitiva.
Se questa interpretazione non dovesse essere favorevole ai volontari, potrebbe essere necessario un intervento legislativo per modificare la legge 81. Tuttavia, questo percorso sarebbe lungo, complesso e potrebbe incidere pesantemente sulla decisione dei volontari di fermarsi.
Nel frattempo e in un clima di profonda incertezza, la grande domanda è se i volontari della Protezione Civile saranno in grado di rimanere a guardare in caso di emergenze. La loro storia di dedizione e impegno suggerisce il contrario: tuttavia, la decisione storica di scioperare per la prima volta dal 1976 potrebbe aprire anche alle ipotesi più improbabili.