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Quelle di Tarantini, da Berlusconi, non erano "cene eleganti"

La storia di Gianpaolo Tarantini, protagonista della sentenza: cosa fa oggi l'imprenditore. Quelle da Berlusconi non erano "cene eleganti"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Gianpaolo Tarantini non è estraneo alle cronache. Non soltanto a quelle riguardanti i processi, ma anche a quanto invece concerne gli ultimi sviluppi della sua vita sentimentale. L’ultima volta però si è parlato di un pronunciamento della Cassazione a suo modo storico, perché scioglie, con una verità giudiziaria, alcuni degli interrogativi riguardanti vicende molto contestate della storia politica italiana. Ecco quindi chi è e cosa fa Gianpaolo Tarantini oggi e perché si parla nuovamente delle “cene eleganti” organizzate dall’imprenditore di Bari.

Chi è Gianpaolo Tarantini: l’imprenditore barese della Technohospital

Gianpaolo “Gianpi” Tarantini è un imprenditore barese 46enne, che ha ereditato l’azienda di famiglia Tecnohospital, fornitrice di servizi ospedalieri (finita in bancarotta). È stato titolare anche di altre imprese attive nel settore della sanità. Secondo le accuse accolte dalla Cassazione e pronunciate per la prima volta in Appello nel settembre 2020, Tarantini avrebbe tentato di fare carriera portando alcune prostitute a casa del presidente di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi. Dopo le ultime vicende giudiziarie, Tarantini non andrà in carcere. Gli sono infatti state riconosciute alcune attenuanti, inoltre molti dei reati ipotizzati in primo grado sono stati prescritti.

Cosa fa oggi Gianpaolo Tarantini: la vita a Roma Nord e la moglie

Un reportage della Repubblica datato 2017 raccontava la vita di Tarantini dopo la condanna a tre anni e tre mesi ai servizi sociali per bancarotta fraudolenta della Tecnohospital. “Sconta la condanna non in una cella, ma a Roma nord. Nella morbidezza di un contesto alto borghese (sia pure nella sua declinazione romana) in cui nuota come un pesce nell’acqua e da cui non si è mai separato. Dividendosi tra una parrocchia nel quartiere Parioli, la chiesa sant’Eugenio, dove un giorno a settimana (il mercoledì) dà una mano ai senzatetto, e un negozio di abbigliamento di marca per bambini (…), dove segue un disabile mentale nel suo programma di riabilitazione al lavoro. Salvo affacciarsi, in stagione estiva o invernale, nella succursale che quel negozio ha nel cuore di Cortina d’Ampezzo”. Così scrivevano Carlo Bonini e Giuliano Foschini il 17 ottobre 2017.

“Ho cambiato radicalmente vita. Ora lavoro nel negozio di abbigliamento della mia nuova compagna, Allegra, la assisto nella scelta dei prodotti e nella gestione del negozio. Allegra mi ha fatto ritrovare quella serenità e quella voglia di ripartire che sono necessarie quando si ricomincia daccapo una nuova vita. E proprio di una nuova vita stiamo parlando visto che Allegra e io aspettiamo un bambino“. Così Tarantini in un’intervista pubblicata su Chi nel febbraio 2016.

Tarantini si è poi sposato il 31 gennaio di quest’anno ma il suo matrimonio è stato funestato dal Covid.

Perché si parla di nuovo delle “cene eleganti” a casa di Berlusconi

La scorsa settimana i giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso degli avvocati di Tarantini contro la sentenza di Appello, pari a 2 anni e 10 mesi. La scelta dei magistrati del terzo grado di giudizio consegna una verità giudiziaria sulle vicende accadute anni fa e da allora rimaste in bilico tra la narrazione dell’accusa e della difesa: se Berlusconi e Tarantini hanno sempre parlato di innocue “cene eleganti”, la sentenza d’Appello, confermata dalla Cassazione, offre uno spaccato ben diverso: quelle presenti alle cene a casa dell’ex premier non erano quindi ragazze disinteressate, ma prostitute, in alcuni casi vicine alla criminalità organizzata. E venivano pagate da alcuni imprenditori desiderosi di entrare nelle grazie dell’allora presidente del Consiglio.

Ecco cosa si legge nella sentenza che è arrivata al termine del secondo grado: “Tarantini e gli altri imputati assecondavano il desiderio dell’allora premier Silvio Berlusconi, presso le residenze di Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino, di circondarsi in momenti di diporto extra-istituzionale di donne avvenenti e disponibili. Per questo hanno profuso un’intensa attività mirata a soddisfare i desiderata dell’ex premier procurandogli la possibilità di interagire in contesti di assoluta intimità fisica“. Il pronunciamento è adesso stato confermato in terzo grado. “Si muovevano – hanno messo nero su bianco i giudici di Appello – nell’esclusiva prospettiva di conseguire munifiche elargizioni economiche o altri vantaggi personali o addirittura di dare una svolta alle proprie esistenze”.

“Sullo sfondo – si legge ancora nel testo del pronunciamento – di questo scenario ludico e disimpegnato si è nitidamente stagliata l’immagine dominante e assorbente di Gianpaolo Tarantini, il quale, una volta introdotto nelle ‘stanze del premier’, si è adoperato a soddisfarne le urgenze sessuali mosso dalla finalità di lucrare dapprima la confidenza e quindi la gratitudine e la riconoscenza dell’ex premier per l’opera di continuativa ricerca e ingaggio di donne disponibili. Non a caso il progetto di Tarantini è stato proprio quello di sfruttare il supporto di Berlusconi per realizzare la propria ascesa economica dapprima mediante l’elezione a membro del Parlamento europeo e poi, tramontato questo orizzonte, attraverso il coinvolgimento in un giro di commesse pubbliche riferibili a Protezione civile e Finmeccanica”.

Gianpaolo Tarantini non si è detto d’accordo con la sentenza. Con un commento a caldo, ha fatto sapere di credere di essere finito sotto il fuoco dei giudici che, attraverso di lui, vorrebbero in realtà colpire Silvio Berlusconi. “Quello che facevo non era reato erano cene assolutamente normali, non c’é mai stata prostituzione”. Così l’imprenditore della sanità in un’intervista a La Stampa.

2 anni e 10 mesi era il periodo di detenzione previsto dalla condanna, emessa dalla Corte di Appello di Bari, a settembre dello scorso anno. Fu quindi impugnata dalla Procura di Bari e dagli avvocati di Gianpaolo Tarantini. L’accusa infatti cercava un aumento di pena, visto e considerato che la condanna del secondo grado è stata inferiore ai 7 anni e 10 mesi arrivati a conclusione dell’iter di primo grado. La differenza dipende dal fatto che alcuni dei reati contestati sono stati, a causa della lunghezza dei processi, nel frattempo prescritti. Il ricorso respinto non è quindi soltanto quello degli avvocati di Tarantini, ma anche quello della Procura di Bari. Così facendo, però, i giudici di legittimità rigettano, in via definitiva, la tesi delle cene eleganti, e colmano con una verità giudiziaria un vuoto interpretativo riguardante un pezzo importante della storia di questo Paese.

A che punto sono gli altri processi di Berlusconi: cosa succede con  il Ruby Ter

Restano in piedi i processi di Silvio Berlusconi, ad esempio relativamente ai filoni del Ruby Ter. A Siena, l’ex premier è stato assolto: “il fatto non sussiste”, questa la formula a cui ha fatto ricorso l’assoluzione. Anche il pianista Mariani, che per l’accusa era stato pagato da Berlusconi, è stato assolto. Si è molto parlato del Ruby Ter, anche per la la solidarietà dell’ex premier Prodi rispetto alla decisione dei giudici di sottoporre Berlusconi a perizia psichiatrica.

L’ex Cavaliere è poi stato accusato, anche qui dalla Procura di Bari, di aver versato dei soldi a Tarantini. Più precisamente, l’accusa a Berlusconi consiste nell’aver pagato Tarantini per fargli dire che l’ex premier non sapeva che le ragazze, portate da Tarantini alle feste, fossero state pagate. I soldi, circa 20mila euro al mese di stipendio e 500mila euro nei mesi antecedenti al settembre 2011, sarebbero serviti affinché Tarantini chiedesse il patteggiamento. La mossa per evitare un processo imbarazzante per Berlusconi. Ai soldi si aggiungeva il fitto di un appartamento nel centro di Roma e il pagamento delle spese legali. In questo caso, dopo l’arrivo del nuovo collegio giudicante, la prossima udienza dovrebbe svolgersi a fine novembre.

giampaolo tarantini - oggi Fonte foto: ANSA
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