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Prima dell’attentato del Crocus City Hall a Mosca: tutte le stragi che hanno sconvolto la Russia dal 1999

Quella del Crocus City Hall è l’ennesima delle stragi compiute a Mosca, in Russia, negli ultimi 25 anni. Tutti gli attacchi

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Il cruento attentato nel teatro Crocus City Hall di Mosca, avvenuto nella sera di venerdì 22 marzo, è solo l’ultima delle stragi che, negli ultimi 25 anni, hanno macchiato di sangue la capitale della Russia. La storia dei più gravi attacchi, per lo più di matrice cecena, registrati a partire dal settembre del 1999.

Oltre 200 morti in una settimana, il settembre nero di Mosca

È l’8 settembre 1999 la data che segna il primo sanguinoso attentato nella capitale della Russia.

Quel giorno, una bomba distrusse un edificio di nove piani nel quartiere di Piciatniki, alla periferia di Mosca. Morirono 92 persone, 200 i feriti.

Le stragi in Russia prima dell'attentato al Crocus City Hall di MoscaFonte foto: ANSA
Il memoriale in ricordo delle vittime del teatro Dubrovka

Pochi giorni dopo, il 13 settembre 1999, un’altra bomba colpì un palazzo di sette piani, sempre a Mosca, lungo il viale Kashirskoe. Anche 13 bambini tra i 118 morti.

Nessuno dei due attentati fu mai rivendicato, ma la provenienza degli autori dai campi della guerriglia cecena sarà una delle cause dell’intervento russo in Cecenia.

Gli attentati della guerriglia cecena in Russia

Furono 3 i morti e 92 i feriti nell’attentato dell’8 agosto 2000, quando un ordigno esplose nei sottopassaggi di piazza Puskhin, poco distante dal Cremlino.

Ebbe dinamiche simili a quelle del più recente attentato nel teatro del Crocus City Hall, l’attacco del 2002. Per tre giorni, dal 23 al 26 ottobre, guerriglieri del commando ceceno tennero in ostaggio gli spettatori del teatro Dubrovka di Mosca.

Uccisi i 41 attentatori, nelle operazioni delle forze dell’ordine persero la vita anche 130 ostaggi, avvelenati dai gas usati dalle forze speciali della polizia.

Seppur mai rivendicato, è stato attribuita ai fondamentalisti ceceni la bomba esplosa nella metropolitana di Mosca, in due stazioni a ridosso del centro, il 6 febbraio 2004: 41 morti e 134 feriti fu il bilancio delle vittime.

Il 24 agosto dello stesso anno, due donne kamikaze si fecero esplodere a bordo di due aerei decollati da Mosca: nel primo persero la vita 43 persone, 46 furono i morti nel secondo velivolo. L’attentato fu rivendicato da Shamil Basaev, allora leader della guerriglia cecena.

Una settimana dopo, il 31 agosto 2004, un’altra donna kamikaze si fa esplodere all’esterno della stazione Riskaia, causando la morte di 10 passanti.

Il giorno successivo, 1° settembre 2004, un commando inguscio-ceceno si introduce in un asilo, prendendo in ostaggio circa 1.200 persone tra bambini, genitori e insegnati.

Il sequestro andò avanti per tre giorni e si concluse con un pesante bilancio di 335 morti, tra cui 186 bambini, e oltre 400 feriti.

Le stragi prima del Crocus City Hall

38 furono i morti dovuti dalle due esplosioni, a opera di kamikaze, avvenute il 29 marzo 2009 nella stazione di Lubianka (vicino alla sede dell’ex Kgb) e a Park Kulturi. L’attentato fu rivendicato dal capo della guerriglia del Caucaso del nord, Doku Umarov.

Il 24 gennaio 2011 un kamikaze si fece esplodere nell’aeroporto di Domodedovo a Mosca, causando 37 morti e 117 feriti. Anche questo attacco fu rivendicato da Umarov.

L’ultimo grave attentato in Russia risale al 2 aprile 2017, quando l’esplosione di un ordigno all’interno della metropolitana di San Pietroburgo, causò la morte di 14 persone. I sospetti ricaddero su Akbarzhon Jalilov, cittadino russo di etnia uzbeka nato in Kirghizistan.

stragi-russia-prima-attentato-crocus-city-hall-mosca-2 Fonte foto: ANSA
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